Commento al Vangelo
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IL GIORNO DEL SIGNORE

Sabato 30 marzo - Veglia della notte di Pasqua - Anno B

IL GIORNO DELLA GRAN NOTIZIA CRISTO È RISORTO. ALLELUIA

1Cor 5,6-8; Mc 16,1-7

Marco conclude l’annuncio della Risurrezione con il versetto 8: «Esse uscirono e fuggirono via del sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite».

All’inizio, le tre discepole parlano di sepolcro, di pietra sigillata, immaginandovi un cadavere dentro. Ma la realtà è un'altra: l’enorme pietra è stata rimossa, e invece di un cadavere, dentro il sepolcro trovano un giovane (neaniskos) vivo, avvolto in una bianca veste, che comunica loro un annuncio sorprendente: «Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto non è qui».

Di seguito il giovane aggiunge: «Andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: ‘Egli vi precede in Galilea’». Ma le donne fanno tutto il contrario: escono fuggendo dal sepolcro; invece di comunicare la gran notizia si chiudono nel silenzio; invece di fare un passo in più nella fede, rimangono bloccate dall’angoscia e dalla paura. Sono un esempio imperfetto di discepole.

Il credente, il lettore deve reagire, vedendovi un esempio di tentazione nel quale tutti possiamo cadere anche se per brevi istanti. Al contrario, chi rimane come esempio positivo è il giovane fuggito nudo dal Getsemani: adesso non ha più paura di essere coinvolto nella Passione. Lo troviamo coinvolto nella Resurrezione. Egli anticipa il recupero di Pietro e degli altri discepoli e diventa la personificazione del discepolo che ha vissuto la Pasqua fino in fondo. Infatti, dopo l’esperienza della spoliazione, è rinato in Cristo e perciò diventa fedele annunciatore del Risorto.

Ogni discepolo di Gesù è chiamato a farsi messaggero di questa “buona notizia”: «Cristo è Risorto, Alleluia, Alleluia». Nonostante le fughe, i silenzi e le paure, il Vangelo ha raggiunto il lettore facendolo riflettere seriamente. Le facili illusioni non portano da nessuna parte. Tutti possiamo avere il nostro momento di crisi. È meglio considerarci discepoli principianti: in questo modo rimane più facile la nostra disponibilità alla potenza salvifica della Pasqua.

Tutti, chi più e chi meno, siamo chiamati a superare lo scandalo della croce e ad aprirci alla speranza. «A nessuno, anche se debole e inerme, è negata la vittoria della croce, e non vi è uomo al quale non rechi soccorso la mediazione di Cristo» (San Leone Magno). Se il Vangelo ha raggiunto il lettore, vuol dire che alla fin fine qualcheduno si è fatto portavoce della gran notizia: Cristo è Risorto, alleluia, alleluia.

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