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Alluvione in Romagna, "la catastrofe più costosa nella storia d’Italia"

L'intervento dell’esperto Pierluigi Randi ieri nell’ambito del seminario di approfondimento organizzato dall’Amministrazione comunale in Fiera

Seminario a Cesena Fiera

“Il terzo peggior evento a livello mondiale e la catastrofe più costosa nella storia d’Italia con 10 miliardi di euro di danni”. Nei dati di Pierluigi Randi, presidente dell’Associazione meteo professionisti, c’è tutto il dramma dell’alluvione che lo scorso maggio ha devastato la Romagna. L’esperto è intervenuto nell’ambito del seminario di approfondimento organizzato dall’Amministrazione comunale di Cesena ieri pomeriggio a Cesena Fiera, al termine del quale il sindaco Enzo Lattuca ha ringraziato ancora una volta i dipendenti comunali, le forze dell’ordine e i sanitari che hanno dato il proprio contributo in quei duri giorni a fianco delle persone colpite. 

Nella sua relazione, Randi ha analizzato i due eventi di maggio alluvionali - dall’1 al 3 e e il 16 e 17 - dal punto di vista meteorologico. “Sono stati due eventi simili: tipiche depressioni mediterranee primaverili. Dove stava allora l’anomalia? Nel trasporto integrato di una gran quantità di vapore acqueo - ha affermato -. Ad aggravare la situazione, inoltre, ci sono stati venti di scirocco e di bora che hanno favorito l’innalzamento del livello del mare, rendendo più difficoltoso lo sfocio dei fiumi. Nel complesso su un territorio occupato di 3 o 4 province sono caduti più di 500 millimetri di pioggia, la metà del valore normale annuo”.

Randi, che ha descritto anche il violento tornado che lo scorso luglio ha colpito le zone di Alfonsine e Savarna nel Ravennate, ha poi sottolineato come le previsioni delle ondate delle precipitazioni siano state “ottime”, grazie a strumenti sempre più sofisticati, da cui è scaturita l’allerta rossa per rischio idraulico e idrogeologico. “Non tutti i fenomeni estremi possono essere attribuiti al cambiamento climatico - ha sottolineato -. I dati dicono che la tendenza delle precipitazioni tende a salire ed entro il 2100 si prevede il raddoppio dei "colpi di frustra": periodi lunghi di siccità a cui seguono piogge intense di pochi giorni”.

Catastrofi determinati da un’equazione dei disastri, come l’ha definita Randi, che è anche consulente tecnico dell’agenzia ItaliaMeteo. “Il rischio è prodotto da tre fattori: la pericolosità degli eventi estremi che aumenta con i cambiamenti climatici; la vulnerabilità dei territori, tipica della loro composizione e struttura ma che aumenta con l’antropizzazione; l’esposizione, che dipende da dove ci ubichiamo e che rimanda al problema dell’abusivismo. Su questi ultimi due punti possiamo intervenire per scongiurare la "tempesta perfetta"”, ha concluso.

In apertura il primo cittadino ha parlato di questo momento per chiudere il cerchio e pensare con ottimismo e speranza al futuro. “Dal punto di vista politico e istituzionale non dobbiamo dimenticare mai, ma fare tesoro di quello che è successo perché questi fenomeni possono ripetersi con più frequenza e dobbiamo farci trovare pronti - ha affermato -. È un obbligo e un dovere riflettere su quello che è stato, che impatto ha avuto e come affrontarli nuovamente”.

All’incontro sono intervenuti anche Carlo Cacciamani, direttore dell’Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia ItaliaMeteo, che ha in particolare posto l’attenzione sull’efficacia del sistema di allerta meteo per le persone; Armando Brath, professore ordinario di Costruzione idrauliche alla Scuola di Ingegneria e architettura dell’Università di Bologna e Paride Antolini, presidente dell’Ordine dei geologi dell’Emilia-Romagna.

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