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Coronavirus, Ausl Romagna: "Consulenza e monitoraggio telefonico per famiglie e pazienti anziani e disabili"

"Ai familiari viene chiesto un doppio sforzo: seguire e gestire il proprio caro in tutti i compiti e le attività quotidiane, cercando di stimolarlo e rinforzarlo senza però sostituirsi troppo a lui e allo stesso tempo sostenerne anche il mondo emotivo, affettivo e relazionale"

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Trascorrere le giornate non è facile per chi è affetto da demenza o da altre forme di disabilità. I soggetti anziani e disabili costituiscono la fascia più vulnerabile della popolazione, quella per la quale il distanziamento sociale si è reso maggiormente necessario. La quotidianità è “sconvolta” a causa dell’isolamento sociale e relazionale, della ridotta possibilità di mobilità e, più in generale, del non riuscire a svolgere serenamente e in libertà quanto gradito.

"Per questi motivi - spiegano in una nota la dottoressa Rachele Nanni (Programma Psicologia Ausl Romagna) e la dottoressa Federica Boschi (Programma Demenze Ausl Romagna) - per noi è fondamentale “non perdersi”, rimanere in contatto e offrire spazi di vicinanza e supporto a chi è maggiormente vulnerabile e fragile e a chi se ne occupa.

Dal mese di febbraio le attività e gli interventi psicosociali a favore di persone con demenza sono stati sospesi in forma diretta. Tuttavia proseguono le due dottoresse "sono state garantite, come da indicazioni regionali e aziendali, da parte dell'equipe dei Cdcd le visite urgenti e la disponibilità telefonica per attività di counseling, per caregivers e pazienti, per problematiche inerenti le terapie, i piani terapeutici e le modalità di gestione dei sintomi comportamentali e cognitivi. È stata inoltre mantenuta la collaborazione con i medici di Medicina generale, il Nucleo di continuità Ospedale-Territorio (NuCOT) e con i Servizi sociali territoriali per la gestione di casi problematici selezionati".

"Ai familiari - chiariscono -  viene chiesto un doppio sforzo: seguire e gestire il proprio caro in tutti i compiti e le attività quotidiane, cercando di stimolarlo e rinforzarlo senza però sostituirsi troppo a lui e allo stesso tempo sostenerne anche il mondo emotivo, affettivo e relazionale. L’interruzione delle routine può generare episodi di maggior confusione, disorientamento, irrequietezza e agitazione così come l’alterazione dei ritmi biologici. È importante allora ricreare e offrire alla persona con demenza un ambiente fisico e relazione il più sereno, rassicurante e validante possibile, nel rispetto della sua storia clinica, della vita personale e autobiografica, delle sue attitudini, risorse e interessi e dei personali bisogni. Cerchiamo di mantenere routine e abitudini, di spiegare cosa sta accadendo solo se la persona è in grado di comprenderlo e ricordarlo. Cerchiamo di non esporre troppo il nostro caro a continue informazioni provenienti dai media, curiamone l’alimentazione, il sonno, il riposo e il movimento fisico. Coinvolgiamolo nelle attività quotidiane, soprattutto in compiti o attività di successo, nei quali possa essere libero di esprimersi. Curare ogni momento della quotidianità significa dare sicurezza alla persona con demenza, compensare le sue difficoltà, comprendere i suoi comportamenti e i suoi bisogni".

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