Cesena
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Da Assocuore progetti per salvare vite

L'associazione di volontariato paga l'alloggio a due medici specializzandi in Cardiologia al Bufalini. E vuole formare migliaia di ragazzi nelle scuole: «In caso di arresto cardiaco bisogna intervenire subito, i primi minuti sono decisivi» 

Da sinistra: Andrea Santarelli (direttore dell'Unità operativa di Cardiologia dell'ospedale Bufalini), Flavio Tartagni (presidente di Assocuore, ex primario), Massimo Montanari (segretario di Assocuore, figlio del fondatore)

Supporto ai medici specializzandi in Cardiologia all’ospedale Bufalini. Corsi nelle scuole, per imparare a fare il massaggio cardiaco e usare il defibrillatore. Assistenza ai cardiopatici, con incontri gratuiti tenuti da esperti. Sono tanti i progetti dell’associazione Assocuore di Cesena per questo 2024.

«Ogni anno in Italia ci sono 60mila morti improvvise, metà delle quali per fibrillazione. Di queste, duemila sono bambini» ha raccontato questa mattina in conferenza stampa, nella sede di Galleria Oir, il presidente di Assocuore Flavio Tartagni (ex primario di cardiologia al Bufalini).

«È importante intervenire subito, senza aspettare l'ambulanza - ha aggiunto Tartagni-, per evitare danni al cervello o altri organi». I numeri gli danno ragione: in Italia una persona viene colpita da arresto cardiaco improvviso ogni nove minuti. Di queste, solo il due per cento si salva. In Emilia-Romagna viene salvato il 33 per cento delle persone defibrillate entro otto minuti e il 65 per cento di quelle defibrillate entro cinque minuti. La possibilità di sopravvivenza si riduce quasi a zero una volta arrivati a dieci minuti.

Corsi nelle scuole

Per ampliare la rete delle persone pronte a intervenire, Assocuore ha un ambizioso progetto che coinvolge le scuole superiori. Al momento i volontari stanno sondando la disponibilità dei dirigenti scolastici per educare gratuitamente gli studenti degli ultimi anni al massaggio cardiaco e all’uso del defibrillatore. I corsi però, pur gratuiti per studenti e scuole, hanno comunque un costo non indifferente, pari a una quarantina di euro per ogni partecipante, dato che sono tenuti da specialisti del 118 con attrezzature specifiche. Chi li coprirà? «Apriremo una raccolta fondi in crowdfunding, oltre a chiedere contributi alle associazioni di categoria».

L’associazione ha scelto di puntare con forza sui giovani anche a seguito delle prove date da questi nei giorni dell’alluvione del maggio scorso: «Nei giovani c'è voglia di volontariato, di mettersi in gioco per qualcosa di grande. Se poi uno parte, scatta l’effetto emulazione e si genera una valanga».

Assistenza ai cardiopatici

Un altro progetto prevede l’assistenza ai cardiopatici con problematiche particolari. È previsto un supporto psicologico, assistenza per smettere di fumare e altro. Inoltre, su richiesta dell’Amministrazione comunale e dell’Ausl Romagna, sono in programma corsi per pazienti che hanno apparecchi impiantati contro la morte improvvisa (come lo stimolatore ventricolare), pagati dall'associazione.

Supporto ai cardiologi di domani

L’associazione ha messo a disposizione, a proprie spese, un appartamento in città che ospita oggi due medici specializzandi in cardiologia. Figure in formazione all’Università di Ferrara che hanno cominciato a fare tirocinio al Bufalini. L’ospedale di Cesena non è nuovo a questo tipo di attività (in corso da tempo nell’Emergenza-urgenza, per fare un esempio) ma si tratta della prima volta per quanto riguarda la Cardiologia (a differenza di Forlì, Ravenna e Rimini). A oggi sono tre i tirocinanti al lavoro: due ospitati da Assocuore e un cesenate.

Il dottor Andrea Santarelli, direttore dell'Unità operativa di Cardiologia del Bufalini, ha sottolineato l’importanza di questo supporto: «Offrire un alloggio o un’ospitalità alberghiera è una precondizione per l’avvio del tirocinio. Avere queste figure in ospedale comporta anche un aumento di performance per i medici che vi operano, che sono spinti a essere sempre aggiornati».

«Si tratta di un salto di qualità per la nostra cardiologia» ha aggiunto il presidente Tartagni.

La mappa dei defibrillatori

Nel Comuni del comprensorio cesenate sono attivi circa 300 defibrillatori. Si può visualizzare la loro posizione sull’app per cellulari “DAE RespondER”, sviluppata dal 118 regionale per ridurre i tempi di intervento sui Codici blu (presunto arresto cardiaco). La stessa App può anche allertare, in automatico, tutte le persone che si sono formate all’uso di questo strumento e che si trovano vicine alla persona in arresto.

Innovazioni tecnologiche decisive nel salvare vite umane ma, troppo spesso, minate dall’incuria o dal disinteresse: «Bisogna fare attenzione alle batterie – ha ammonito Tartagni – che durano tre o quattro anni. Troppo spesso in giro notiamo defibrillatori con la luce spenta e non lampeggiante, dunque scarichi e inutilizzabili. A Cesena, poi, manca un aggiornamento della posizione dei defibrillatori nell’App. Le nuove installazioni, infatti, vanno comunicate ai Comuni e sono questi a trasmetterle alla Regione Emilia-Romagna per aggiornale l’App. Ma il nostro Comune ha sempre da fare e ritarda…».

Alla macchina comunale, secondo quanto emerge, il problema non sta… a cuore.

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