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Famiglie in difficoltà, parte il progetto "Pippi"

L’iniziativa è stata presentata ieri nel corso della 4° Commissione consiliare

Progetto Pippi

Costruire un’alleanza fra tutte le persone che hanno a cuore la crescita dei bambini, per aiutare i genitori a continuare a vivere insieme ai propri figli, nel migliore dei modi possibili. È in partenza il progetto "Pippi" (Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione), promosso dall’Agenzia per la famiglia dell’Unione Comuni Valle Savio, rivolto alle famiglie con figli da 0 a 11 anni che si trovano in una situazione di temporanea difficoltà e che faticano a garantire le condizioni adeguate per la loro crescita.

L’iniziativa è stata presentata ieri nel corso della 4° Commissione consiliare. “È un progetto a cui riusciamo a dare vita grazie alla partecipazione al Pnrr, per cui è previsto un finanziamento complessivo di 211.500mila euro nel triennio. Fondi che ci hanno dato la possibilità di assumere del personale ad hoc per l’equipe multidisciplinare, che avrà al suo interno un educatore e una psicologa”, ha affermato l’assessora ai servizi per le famiglie del Comune di Cesena, Carmelina Labruzzo. Il nome del progetto (che dal 2021 rientra tra i Lep, i livelli essenziali di prestazione) si rifà a Pippi Calzelunghe, la celebre eroina creata dalla penna di Astrid Lindgren diventata un intramontabile classico per l’infanzia.

I nuclei familiari che saranno presi in considerazione (in totale una trentina) grazie alla collaborazione della Neuropsichiatria infantile e del Consultorio famigliare dell’Ausl, sono quelli che hanno alle spalle storie di migrazione complesse, bambini con disabilità che vivono in famiglie che faticano a soddisfare i loro bisogni di sviluppo oppure che hanno sperimentato forme di maltrattamento per commissione piuttosto che per omissione, o i cui genitori hanno problematiche di dipendenze o di salute mentale. “Queste famiglie verranno sostenute per evitare l’istituzionalizzazione della presa in carico del minore. Necessitano dunque di un supporto che le aiuti a recuperare e rafforzare le proprie capacità genitoriali, affinché i figli possano continuare a vivere al loro interno”, ha sottolineato l’assessora.

Per farlo verranno messi in campo diversi strumenti. Tra questi il servizio educativo domiciliare, con professionisti che saranno presenti con regolarità all’interno del contesto di vita familiare. Ma in questa mission un ruolo fondamentale verrà rivestito da tutta la comunità. Nelle scuole dell’Unione dei Comuni della Valle Savio verranno svolti incontri per promuovere la "vicinanza solidale", una forma di aiuto tra famiglie o singole persone al fine di affiancare i nuclei familiari vulnerabili nella gestione della vita quotidiana. Ad esempio, aiutare i bambini a fare i compiti, accompagnargli a scuola o al cinema: piccoli gesti che però fanno la differenza.

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