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Gianni Schicchi, l'opera torna al teatro Bonci

Sabato 7 ottobre, un atto comico di Giacomo Puccini, preceduto dalla presentazione del professor Guido Barbieri

Nella fotografia un momento della conferenza stampa

L’opera, con il suo fascino artigianale, il saper fare degli artisti, i cantanti, i musicisti, gli attori, gli scenografi, i sarti, torna al teatro Bonci sabato 7 ottobre con “Gianni Schicchi”, un atto di Giacomo Puccini, su libretto di Giovacchino Forzano.

Il progetto vedrà sul palcoscenico di Cesena il risultato della sinergia tra il Conservatorio Bruno Maderna, l’Accademia delle Belle Arti, in particolare gli allievi del biennio di Scenografia del teatro dell’opera e spettacolo musicale, il Comune di Cesena e il teatro Bonci con Ert, a tirare le fila Laura Pistolesi, direttore del Conservatorio che rinnova così la tradizione che nel 1996 portava la firma del laboratorio “Primo palcoscenico”, mettendo in scena Bohème. Oltre 25 anni di allestimenti di opere, un impegno cui il Conservatorio riconosce “una straordinaria valenza didattica ed educativa”.

Lo ha sottolineato la direttrice Pistolesi, stamane in conferenza stampa (foto) per presentare il progetto, insieme al regista (in collegamento video) Stefano Vizioli, Marcello Morresi, docente di Scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, Margherita Tosato, che ha firmato la scenografia, studentessa dell’Accademia, Salvatore Cortese, che firma i costumi, studente dell’Accademia, e Carlo Verona, assessore alla Cultura di Cesena.

Anche questa volta un titolo pucciniano che anticipa la ricorrenza del centenario della morte del compositore. L'opera, comica, racconta una storia molto fiorentina, ambientata nel 1299, per cui a Casa Donati mentre si piange la morte di Buoso, i parenti riuniti apprendono che l'eredità è stata lasciata ai frati. Scatta così la caccia al testamento con tutti i sotterfugi e tranelli annessi e connessi. 

Un testo in cui è presente la Morte dall’inizio alla fine. Per raccontarla è stato necessario il registro dell’ironia, ha spiegato il Stefano Vizioli che ha adottato una regia fisica, in cui si cantasse non solo con la bocca, ma con gli occhi, con la postura, con l’attenzione, con il ritmo. Un grande lavoro di squadra, in cui cantanti e musicisti non si sono risparmiati, ha sottolineato il regista che ha accettato la sfida di lavorare con giovani studenti in erba per trasformarli in cantanti-attori.

Nei panni di Gianni Schicchi il pakistano Sundet Baigozhin, Lauretta è interpretata dalla giovane turca Fatma Çaka, Rinuccio è Guo Haiyang, quasi tutti gli attori-cantanti (15) sono studenti del dipartimento di canto lirico del Conservatorio così come i musicisti dell’orchestra  del “Bruno Maderna”, direttore Paolo Manetti.

Il corposo lavoro creativo e poi di produzione del team Scenicamente, composto dagli studenti della scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti ha realizzato, prima in Accademia e poi sul posto, le scenografie. Un lavoro faticoso e impegnativo, anche in termini di ore, cui i giovani studenti non si sono mai sottratti, ha sottolineato Marcello Morresi. Per loro, ha detto Morresi, la pratica di un palcoscenico vero è fondamentale.

La produzione del 2022 ebbe un costo di 40 mila euro (non sono ancora noti i conti per il 2023), spese di cui si fa carico il Conservatorio e cui il Comune partecipa indirettamente attribuendo al Maderna contribuiti triennali per sostenerne le attività. “La campagna abbonamenti per la nuova stagione è andata oltre le aspettative – ha detto, contento, l’assessore Carlo Verona – e il Conservatorio apre e chiude il cartellone. I cesenati apprezzano il teatro e apprezzano questo appuntamento con l’opera”.

Nel pomeriggio del 7 ottobre alle 18 il critico musicale Guido Barbieri e professore del Conservatorio, presenterà l’opera nel foyer del teatro. Ingresso libero, fino ad esaurimento posti. Inizio spettacolo alle 20.30.

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