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Ieri tanta gente al Monte per la festa dell'Assunta. L'appello del vescovo Douglas su quattro emergenze: "La nostra parola risuoni forte e chiara"

Ecco i temi toccati da monsignor Regattieri: gli sbarchi dei migranti, la legge regionale sull'omotransfobia, il caso di Vincent Lambert e le giovani vite spezzate sulle strade

Ieri mattina, al Monte alla Messa delle 6. Foto Pier Giorgio Marini

Il 15 agosto, giorno dedicato a Santa Maria Assunta, come da tradizione, migliaia di fedeli sono saliti fino al Monte per un omaggio alla Madonna che da secoli veglia sulla città e sulla Romagna.

Le Messe sono state celebrate a ogni ora, tutte molto frequentate, dalla prima delle 6 del mattino.

Alle 18 il vescovo Douglas ha celebrato la Messa solenne al termine della quale ha fatto un accorato appello in merito ad alcune situazioni particolari che si stanno vivendo in questi periodi dicendo che "è ora di alzare la nostra voce". Di seguito pubblichiamo il testo.

E’ ora di alzare ancora una volta la nostra voce su alcune situazioni emergenti che toccano la vita della nostra società. Lo faccio da questo luogo sacro e tanto caro ai cesenati; lo faccio in questo giorno solenne per noi, sicuro di avere la protezione della Mamma celeste, che assunta in cielo, non cessa di stare attaccata alla terra, alla sua terra, cioè ai suoi figli, proteggendoci e guidandoci come madre premurosa.

1. Non si interrompono gli sbarchi di tanti fratelli e sorelle disperati sulle nostre coste … compresi i cosiddetti ‘sbarchi fantasma’. Ma ci sono i ‘corridoi umanitari’. C’è il progetto ‘rifugiato a casa mia’. Indico questa strada. La Chiesa non denuncia solo: ma propone anche. I corridoi umanitari sono da appoggiare e da incoraggiare. Per questo faccio appello alle comunità parrocchiali, alle comunità religiose, alle famiglie, ai singoli fedeli, di accogliere un migrante attraverso i corridori umanitari organizzati dalla Caritas italiana portati in sicurezza, e in salvo dalla guerra e dalla fame. Per fare tutto questo chiedo di rivolgersi alla Caritas diocesana che è pronta a collaborare per attuare questa iniziativa.

2. Siamo preoccupati per la continua soppressione, anche nel nostro ospedale, di vite umane che stanno per sbocciare alla vita, nel grembo materno e siamo vicini con la preghiera, ma anche con l’aiuto, a tutte quelle donne-mamme che vivono questo dramma. Non possiamo non esprimere soddisfazione per la condanna della maternità surrogata espressa recentemente dalla nostra assemblea legislativa regionale. Tale legge tuttavia contiene – lo dobbiamo constatare con verità e amarezza - altre indicazioni che riteniamo pericolose e rischiose perché lesive del diritto costituzionale della libertà di opinione. Nessuno ci tapperà la bocca anche se il malaugurato progetto legislativo regionale dell’Emilia Romagna, chiamato dapprima omotrans-negatività e successivamente omotrans-fobia, ha ottenuto in questi giorni l’approvazione. Diremo sempre con forza che il diritto della parola è, nel rispetto delle persone e della loro dignità, un diritto sancito dalla Costituzione; che difenderemo sempre la famiglia naturale costituita dalla comunione di un uomo con una donna; che dobbiamo stare in guardia da quelle che sono state definite forme di colonizzazioni ideologiche tese a sovvertire l’ordine naturale delle cose e delle persone.

3. La vita umana morente: il caso Vincent Lambert, il quarantaduenne tetraplegico che viveva in stato di coscienza minima, a cui sono state tolte alimentazione e idratazione, ci ha colpito molto. Ci saranno altri casi simili? Si parla di circa 1700 persone in Francia che vivono la medesima situazione. Dio non voglia che si ripeta la tragedia di questi giorni: cioè che qualcuno si arroghi il titolo di dare la morte a un altro fratello. In vista anche di una prossima discussione su un progetto legislativo in favore dell’eutanasia, noi in ogni modo parleremo - ripetendoci, ma parleremo! – contrastando queste proposte legislative.

4. In riferimento, infine, alle morti tragiche di giovani a causa di incidenti stradali, avvenute in questi ultimi tempi con allarmante frequenza, nel nostro territorio, siamo stati particolarmente colpiti e siamo rimasti molto addolorati per la perdita di giovani vite e per il dramma vissuto dalle famiglie coinvolte. Non sono le strade a uccidere i nostri giovani, ma - diciamocelo con chiarezza - è ben altro: l’imprudenza, la velocità, il non rispetto delle regole; la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di droghe… Siamo noi a salvare i nostri figli, i nostri giovani, con l’educazione al rispetto della vita propria e altrui, non buttandola via o mettendola a rischio, con l’educazione al bello, con la testimonianza del vero.

Per tutto questo, la nostra parola, piccola e debole, carica di sofferenza, risuoni tuttavia forte e chiara per un richiamo a tutti al senso di responsabilità, per non doverci un giorno rimproverare: hai taciuto! Avete taciuto! Per il bene dei nostri fratelli.

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