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Solidarietà

Inaugurato il nuovo magazzino San Vincenzo De Paoli

Dove si vendevano prodotti oggi si accumulano beni da distribuire ai bisognosi. Quartiere Cesuola, Ponte Abbadesse

Inaugurato il nuovo magazzino San Vincenzo De Paoli

Là dove un tempo si vendevano i prodotti, ora si accumulano beni da distribuire ai bisognosi. È stato inaugurato questa mattina il nuovo magazzino dell’associazione San Vincenzo De Paoli delle parrocchie Osservanza e San Giovanni Bono, all’interno della sede del quartiere Cesuola a Ponte Abbadesse (che per tanti anni ha ospitato un supermercato). «In questi spazi, ottenuti grazie alla sinergia con l’Amministrazione comunale e il Quartiere, depositiamo e distribuiamo mensilmente i pacchi con viveri, prodotti di igiene personale e per la pulizia della casa. Inoltre accogliamo qui le famiglie che hanno bisogno di aiuto ─ ha spiegato  Elio Paganelli, presidente della San Vincenzo Osservanza e San Giovanni Bono ─. Siamo 15 volontari e attualmente assistiamo 22 famiglie in via continuativa a cui se ne aggiungono 7-8 in via saltuaria per un totale di un centinaio di persone. Diamo una mano anche alle 17 suore clarisse del monastero di Santa Chiara».

Tramite una fitta rete di soci, l’associazione cerca dare risposta a ogni tipo di bisogno morale o materiale. «La nostra finalità è l’amore verso il prossimo e dare il pane quotidiano a chi ne ha bisogno ─ ha proseguito Paganelli ─. Ogni anno distribuiamo un centinaio di quintali di prodotti, di cui il 60 per cento proveniente dal Banco alimentare e il restante da altre raccolte che promuoviamo. Elargiamo poi 10mila ai 13mila euro di contributi in denaro per pagare l’affitto e il pagamento delle bollette. Si tratta di fondi che reperiamo tramite le collette dei soci e le offerte dei benefattori. Quest’anno abbiamo acquistato anche 90 accappatoi per i detenuti del carcere di Forlì e contribuito all’acquisto dei libri delle scuole superiori».

Per conoscere e valutare le varie situazioni di disagio economico, la San Vincenzo opera in collaborazione con i Servizi sociali del Comune, le parrocchie, la Caritas e il Centro di aiuto alla vita. «Rimane un problema grave quello dell’abitazione ─ ha evidenziato ─. Abbiamo nuclei composti da 4 o 5 persone che vivono in un monolocale o bilocale, addirittura una famiglia che vive in uno scantinato. Alcune di queste famiglie sono in grado di pagare un affitto ma essendo di origine nordafricana non trovano risposta».

La San Vincenzo è ufficialmente attiva all’Osservanza dagli anni ‘50, ma già dal 1937 l’Ordine francescano secolare si impegnava in parrocchia in tal senso. «Essere ‘vicenziano’ non è solo fare un’elemosina ma farsi prossimo, che implica un coinvolgimento nella vita di chi bussa alla nostra porta», ha sottolineato il parroco don Fabrizio Ricci.

Carmelina Labruzzo, assessora alle Famiglie e ai servizi per le persone, si è soffermata sulla «fraternità della rete che l’Amministrazione comunale ha il dovere di supportare». E’ di pochi giorni fa il rapporto sulla povertà in Italia della Caritas con numeri drammatici: 5,6 i poveri assoluti in Italia, di cui 1,4 milioni di bambini. «Una povertà che ha cambiato volto ed è diventata ereditaria. Associazioni come la San Vincenzo aiutato a spezzare questo circolo vizioso togliendo le famiglie dalla solitudine in cui si trovano», ha detto Labruzzo.

 

 

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