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Inaugurato quadro dedicato a San Vittore

"Devo dire che l’innumerevole serie di coincidenze e riscontri oggettivi disseminati lungo la travagliata via che conduceva alla concretizzazione dell’immagine, mi fanno tuttora riflettere sulla possibilità effettiva che qualche “ingerenza” ci sia stata…”, dice l'autore, Fabio Castellani di Bacciolino

Inaugurato quadro dedicato a San Vittore

Sabato e domenica scorsa nella pieve di San Vittore (previa benedizione) è avvenuta  la prima esposizione pubblica di San Vittore martire patrono del luogo, opera dell'artista Fabio Castellani di Bacciolino. È stata collocata nell’angolo della navata di destra della pieve. "Dopo l’incontro casuale con monsignor Kusiak a San Vittore - dice Castellani - nasceva, su sua sollecitazione, l’idea di realizzare San Vittore martire, di cm 180x80 su una spessa tavola di pregiato legno okumè del peso di 40 chilogrammi. Dopo innumerevoli studi preparatori un giorno, come per incanto, apparve un volto diverso dai precedenti, scabro e dolce al contempo, disincantato e rude, grezzo e trasfigurato che sovrastava la massiccia struttura fisica del santo guerriero”.

“Di fatto – aggiunge Castellani - don Kusiak (divenuto per me una sorta di personale Giulio II), esprimeva desideri specifici sulla morfologia, le sembianze del santo e la simbologia degli oggetti a lui vicini. Il nobile fine di questo prelato era evidente: agevolare nei fedeli la devozione assopita nel tempo e rispolverare l’orgoglio di appartenere al paese che porta il suo nome”.

Poi, sempre Fabio Castellani entra nei dettagli che svelano tutto il percorso che ha portato a compimento l’opera: “Un giorno dissi al monsignore: “Dove lo andiamo a riesumare un santo defunto nel 171 dopo cristo?”. Avevo assaporato l’amarezza di quella sorta di vacuità che precede ogni  pulsione creativa. Monsignor Kusiak mi rispose: “Non preoccuparti, pregherò affinché il santo si riveli a noi e ci guidi verso la sua raffigurazione…”.

Devo dire che l’innumerevole serie di coincidenze e riscontri oggettivi disseminati lungo la travagliata via che conduceva alla concretizzazione dell’immagine, mi fanno tuttora riflettere sulla possibilità effettiva che qualche “ingerenza” ci sia stata…”.

Aggiunge poi: “Il travaglio di un lavoro immane (si pensi ai 5 chili di carta impiegata per i soli studi preparatori) stava monopolizzando la mia esistenza e quella della mia famiglia (che ringrazio infinitamente per il sostegno) e mi accorsi dell’estrema importanza e della durezza di questo pellegrinaggio alla ricerca del milite ignoto, il soldato romano divenuto cristiano. Nella fattispecie, a un certo livello interiore era come avere intrapreso una sorta di spedizione alla ricerca del santo perduto. Tale viaggio nello “svelamento” o meglio nell’archeologico scavo interiore verso le sembianze pittoriche di questo personaggio sembrava non produrre esiti compiuti, tuttavia potevo contare sul sostegno del sacerdote nonostante il suo impegno sul campo di estemporanee iniziative potenti e sincere –in pieno tempo di pandemia -  che apparvero ai miei occhi eroiche ed appassionate. Nel tempo compresi ciò che animava dall’interno il consacrato chiamato a essere guida spirituale della frazione cesenate, gradualmente capivo cosa desiderava e intensificai all’inverosimile la dedizione a questa causa. Lavoravo giorno e notte ininterrottamente nelle catacombe dell’anima trovando solo i resti insignificanti della mia inettitudine umana ed artistica. Così dopo lunghi mesi di lavoro l’opera è stata concretizzata utilizzando olio su tavola in uno stile neo-seicentesco con accenni al chiaroscuro tipico della scuola caravaggista”.

E conclude Castellani:  “Le “scelte del cuore” a mio avviso, così come i moti dell’anima, quasi mai si combinano con gli interessi e il business e questo è il motivo prevalente che mi ha spesso tenuto alla larga dal commercio e dal mercato artistico dopo averne assaggiato e sperimentato talune amarezze in passato. Per questo sono orgoglioso di aver donato a San Vittore il loro santo martire, come del resto avevo fatto con altre opere per la mia parrocchia di appartenenza".

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