La festa di Calabrina nello spirito di Benedetta Bianchi Porro

Si è conclusa domenica scorsa anche la festa nella parrocchia San Marco evangelista di Calabrina. Numerosa la partecipazione alle serate proposte per stare insieme. La festa finale con i bambini e ragazzi del centro estivo, le cene insieme con una buonissima cucina, gli aperitivi al Cala-bar, vari stand con giochi di legno, libri e i lavoretti delle Fettucce, le band musicali che ci hanno fatto cantare e ballare e la preziosa testimonianza che ci ha portato Emanuela, sorella della beata Benedetta Bianchi Porro.

Una testimonianza che ci ha permesso di conoscere, riscoprire e lasciarci prendere per mano da Benedetta che "è un esempio di come qualunque vita, anche quella più difficile, possa essere cambiata fino alla santità! perché si corre il rischio di pensare che santi si nasce ma non è così...si diventa, passo dopo passo, fatica dopo fatica, caduta dopo caduta e sono i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa. I santi hanno anche dei limiti, sono come noi, hanno delle fragilità...".

Ma cos'è la santità? spiega Emanuela "consiste nella adempiere alla missione che Dio ci affida (a uno come mamma, a uno come suora...). Il Signore ci affida una missione e bisogna capirla e amarla". Una testimonianza che ha colpito tante delle 120 persone, tra le quali anche amici sacerdoti di Cesena, don Onerio Manduca e don Walter Amaducci, presenti alla festa di Calabrina dal titolo quest'anno "dipende da noi diventare terreno buono". Ed è ripartendo dal titolo che proseguiamo queste calde giornate estive ricordando questi momenti insieme e le parole di Benedetta "l'amore è un concime che rende fertile ogni terra" (1961).