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"La linfa del linguaggio", incontro con Emanuele Trevi

Sabato 26 ottobre alle 17 nel Foyer del teatro Bonci

"La linfa del linguaggio", incontro con Emanuele Trevi

Sabato 26 ottobre il Cantiere /Ciò che ci rende umani di Teatro Valdoca accoglierà il critico letterario e scrittore Emanuele Trevi. “La linfa del linguaggio” è il titolo e tema della sua riflessione, che compie il dittico dedicato al tentativo di prendersi cura della parola aperto da Antonio Prete nel partecipatissimo incontro del 12 ottobre.

 

Figura davvero unica nel panorama letterario italiano, Emanuele Trevi pare fedele seguace dell’insegnamento di Cristina Campo, la quale attribuiva all’attenzione un valore supremo rispetto all’immaginazione, da lei disdegnata come ambito non generativo. 

Trevi più che inventare personaggi e trame – ma fa con maestria anche questo - indaga o ripercorre le vite di figure alle quali riconosce un alto magistero, maestri e maestre che vanno da Pier Paolo Pasolini, a Amelia Rosselli, a Cesare Garboli, e lo fa con lo sguardo penetrante e stupefatto dell’apprendista, di chi ama con devozione e passione e cerca, a volte brancolando, la propria strada nel mondo.   

 

A guidarlo, nella scelta dei maestri, sembra l’intuizione che attraverso di loro sia possibile accostarsi al segreto di quello che  «pervade come una linfa il linguaggio nella sua totalità, lo conduce sino al limite estremo, si lascia alle spalle ogni ordine simbolico ereditario, espone senza risparmio l’identità alla cancellazione». Così scriveva in uno dei suoi primi libri, Istruzioni per l’uso del lupo (Castelvecchi, 1994), con una passione e dedizione alla parola che fino da allora ce lo hanno reso caro.

 

La sua scrittura extravagante tra memoir, ritratto e saggio, spesso parte dall’esperienza personale, nell’equilibrio unico di chi ha ad un tempo l’umiltà dell’ultimo allievo e l’acutezza rivoltosa e geniale del maestro più sapiente. E sorprende come, in tanto baccano letterario, dalle sue pagine emergano tesori degni dei più classici libri sapienziali, entro una tessitura narrativa che pare scrivere d’altri o d’altro.

 

E ora con lui ci interroghiamo: come si tiene viva la lingua? Che è come dire come ci si tiene vivi in un viaggio terrestre che pare via via affievolire la nostra capacità di percezione del mondo.

 

L’ingresso è libero, fino ad esaurimento posti. A seguire, sarà possibile visitare il Ridotto del Teatro A. Bonci.

Emanuele Trevi, scrittore e critico letterario, collabora con il “Corriere della Sera” ed è conduttore di programmi radiofonici per Rai Radio 3. È stato direttore creativo della Fazi editore e ha collaborato con la casa editrice Quiritta, ha tradotto e curato edizioni di classici italiani e francesi. Tra le sue pubblicazioni: Istruzioni per l'uso del lupo (Castelvecchi 1994), Musica distante (Mondadori 1997), I cani del nulla (Einaudi, 2003) Senza verso, un’estate a Roma (Laterza, 2005) e L’onda del porto (Laterza, 2005), Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010), Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie, 2012), Il popolo di legno (Einaudi, 2015), Sogni e favole (Ponte alle Grazie, 2019), vincitore del Premio Viareggio-Rèpaci 2019 per la narrativa.

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