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La storia dei gitani di Spagna in scena per contrastare la violenza sulle donne

Lo spettacolo “Calè, danza, musica e cultura del popolo gitano” andrà in scena al "Bonci" venerdì 26 maggio alle 21. Il ricavato andrà tutto in solidarietà

Da sinistra: Carlo Verona, Diana Gonzales, Mahoù de Castilla, Gilda Sottile e Raffaella Francesconi

Sarà uno spettacolo di danza e teatro. E sarà a titolo benefico, incentrato sulla cultura gitana di Spagna, in favore del progetto Well Fare / Rete per le donne per il contrasto alla violenza di genere. 

Questa mattina, lunedì 15 maggio, al teatro "Alessandro Bonci", si è svolta la conferenza di presentazione di “Calè, danza, musica e cultura del popolo gitano” che andrà in scena al "Bonci" venerdì 26 maggio alle 21.

Ha introdotto l'incontro Carlo Verona, assessore alla cultura e all’inclusione, puntando l’attenzione sul fatto che quando si parla di violenza le risposte da fornire non sono solo legate all’intervento ovvero alla messa in sicurezza della vittima, ma anche nel creare iniziative che possano contribuire a cambiare la mentalità corrente. A Cesena, tra le altre, sono presenti due realtà per chi si trovasse bisognoso di sostegno: il Centro Donna nella sede di via Aldini 26 e il Forum delle Donne online.  

calè.15.5.2023

La spiegazione dei contenuti è stata affidata al maestro di flamenco Mahoù de Castilla, creatore e direttore artistico del progetto. Mahoù ha offerto una panoramica sulla cultura kalè, ovvero la cultura dei nomadi romanì stanziati in Spagna dalla fine del ‘400.

“Vogliamo portare in scena gli usi e i costumi dei gitani spagnoli, nel bene e nel male. Bisogna valutare il passato per capire determinate tradizioni. In un popolo ghettizzato e perseguitato da sempre c’è una rabbia pronta a scaturire”, ha detto il famoso insegnante di flamenco.

La trama dell’opera teatrale consentirà di affacciarsi su questa cultura a 360 gradi: la vita nelle baraccopoli, il matrimonio per procura fra giovanissimi, le festività religiose, persino la morte e il lutto. 

La collega nella compagnia di flamenco Diana Gonzales, membro di Cesena Danze, ha focalizzato l’attenzione sulla disparità evidente che nelle arti e nei mestieri legati all’arte c’è da sempre fra uomini e donne: “la donna deve sempre dimostrare. A priori non è creduta. È bello essere una goccia nel mare per riuscire a contribuire alla sensibilizzazione sull’argomento”. 

Il paragone evidente che l’opera vuole evocare è fra la ghettizzazione e l'emarginazione che questo popolo ha da sempre dovuto subire e quella che ogni giorno subiscono migliaia di donne. 

I dati e i retroscena che si celano dietro la violenza sulle donne, anche nella nostra zona, li hanno illustrati la dottoressa Raffaella Francesconi, direttrice del Pronto soccorso e medicina d’urgenza, e la dottoressa Gilda Sottile, a  capo del Coordinamento degenza ostetrica e ginecologica: “circa il 31 percento delle donne fra i 16 e 70 anni si pensa abbia subito violenze. Molte violenze sono taciute e sottostimate e pare vadano avanti da lungo tempo”.

Entrambe le operatrici nell’ambito sanitario hanno fatto notare che l’assistenza e la cura delle donne oggetto di violenza non rientrano fra le prestazioni di routine, ma richiedono un personale qualificato e formato capace di mettere in campo un approccio non giudicante che meglio favorisce l’emergere di problematiche troppo spesso taciute per timore.

Lo spettacolo è uno degli eventi di sensibilizzazione del progetto "Well fare" promosso dall'Ausl Romagna con il patrocinio del Comune di Cesena e l'associazione "Cesena Danze".

Sostengono lo spettacolo la Banca di credito cooperativo romagnolo, La Bcc ravennate, forlivese e imolese, Formula servizi, Cna solidale - Forlì-Cesena, Artincounselling, Ert - Emilia Romagna teatro fondazione. 

Per informazioni e prenotazioni: 3357150025

manifesto calè
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