Metanodotto Snam. Inascoltate le richieste di Marta Garaffoni. Sono 65 mila le firme raccolte a sostegno

Ha affidato a un post su Facebook tutta la sua amarezza. Così ha fatto Marta Garaffoni che da mesi, con il marito Federico Raspadori, si sta opponendo alla realizzazione del metanodotto Snam che attraverserebbe la loro proprietà messa in piedi negli ultimi anni con non pochi sacrifici (cfr pezzi a fianco). In argomento, sull'edizione cartacea abbiamo pubblicato una lettera di Marta Garaffoni (sul n. 8 del 29 febbraio) e la risposta di Snam (sul n. 9 del 7 marzo scorso). Intanto sulla piattaforma online change.org le firme raccolte hanno superato quota 65.000.

"Poiché avete approvato il nuovo tragitto del metanodotto - scrive la Garaffoni dopo aver appreso dell'approvazione avvenuta ieri in Consiglio comunale - mi vedo costretta a iniziare il secondo sciopero della fame. Questa volta non mi fermerò al trentesimo giorno e parto da una situazione fisica e psicologica già compromessa dal precedente sciopero, con 15 chili in meno".

La donna poi lamenta la negligenza e l'abbandono dei cittadini e dice di non trovare "altra maniera efficace di esprimere il mio dissenso e la mia protesta" se non quello dello sciopero della fame.

Non si ferma qui Marta Garaffoni che affonda l'attacco: "Questa volta non mi convincerà né il sindaco né nessun altro al posto suo, a fare passare il mio sacrificio nel silenzio, come è riuscito a convincerci in precedenza". Una protesta che nasce anche dalla sensazione di essere rimasti da soli. "Voi siete i responsabili del territorio e delle nostre vite nonché i rappresentanti della volontà dei cittadini, che dovreste avere a cuore". aggiunge la signora rivolta all'amministrazione comunale. 

Infine, ci viene specificato che nessuno li aveva informati su quanto stava per essere approvato in Consiglio comunale. "Lo vengo a sapere oggi dalla stampa locale", il commento di Marta Garaffoni.