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Non chiamateli (solo) fumetti

Ritorna l’appuntamento autunnale di Cesena Comics & Stories, giunto alla nona edizione, vitale e ricco più che mai

Non chiamateli (solo) fumetti

Si fa presto a definirlo semplicemente giornalino. Nella presentazione del programma di Cesena Comics & Stories ampio risalto è stato dato alla valenza creativa e sociale che la lettura di un fumetto può avere.

Non a caso, si tratta di un festival finora unico in Italia per intenti e obiettivi con una gestione interamente pro bono che coinvolge 32 sostenitori tra enti, scuole, associazioni e sponsor, e 11 (su 12) quartieri cesenati.

“È una rassegna - dice l’assessore alla Cultura Carlo Verona a nome dell’Amministrazione - che fa piacere riproporre non per mancanza di fantasia, ma perché estremamente interessante e ricca di attività, rivolte sia ai bambini che agli adulti, che riuniscono realtà del territorio molto diverse proprio grazie alla proposta così trasversale”.

Tantissimi laboratori, seminari e incontri disseminati nell’arco di un mese, con partenza sabato 19 ottobre, a ridosso dell’anniversario della Liberazione di Cesena, e conclusione domenica 17 novembre in tutta la città, dalla Biblioteca Malatestiana al centro storico, passando per le sedi e le biblioteche di quartiere, dal Mercato Coperto al Cinema Eliseo, dove si terrà l’unico evento a pagamento sui 67 organizzati.

Il tema scelto per questa edizione prende spunto dal motto sbagliando si inventa coniato da Gianni Rodari parafrasando un vecchio detto. “Siamo convinti - spiega Elisa Rocchi, presidente dell’Associazione culturale Barbablu - che l’errore sia un grande strumento creativo e, perciò, debba avere un posto nell’educazione alla lettura”. Dagli imprevisti che accendono le scintille della fantasia possono nascere infinite storie da narrare.

“Vogliamo far capire ai bambini - aggiunge in proposito Paola Barbieri, insegnante e volontaria che durante la manifestazione coordinerà gli appuntamenti nei quartieri - che l’errore non va stigmatizzato ma, al contrario, può essere un valido aiuto per stimolare l’immaginazione e superare gli ostacoli. I bambini di oggi si sentono sotto pressione e si lanciano poco nella sperimentazione” e tramite il fumetto imparano la funzione comunicativa del libro attraverso il piacere di raccontarlo e condividerlo.

Gianni Barbieri, sceneggiatore di fumetti e insegnante, precisa: “Contrariamente a quanto si pensi, quello del fumetto è un linguaggio maturo, non limitato a minorenni o argomenti frivoli, perché con il racconto illustrato si possono descrivere tanti tipi di storie, anche più serie e significative. Come ad esempio l’adozione, materia dello spettacolo Due Padri con Leo Ortolani e Giampaolo Bandini, che stanno prenotando anche dalla Toscana”.

Nutrita la schiera dei giovani che, fruitori prima, sono adesso volontari e ambasciatori dell’evento come Giulia Renda che rileva “quanto lavoro e impegno ci siano dietro al progetto” mentre Raffaele Magnani ci tiene a sottolineare quanto “il fumetto sia un medium e non un genere”.

Un’occasione di crescita come solo un libro può dare, le cui illustrazioni portano in una dimensione allargata, in mondi senza confini che arricchiscono la vita.

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