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Scarpellini (Cambiamo): "Il sindaco non ha fatto nulla per gli agricoltori"

Per l'ex vice-coordinatore della Consulta agricola quella di Lattuca è solo "solidarietà di facciata"

Alberto Scarpellini

Il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha fatto visita ieri mattina al presidio di protesta degli agricoltori a Pievestetina (vedi notizia richiamata). Dopo aver espresso la sua solidarietà alla categoria, il primo cittadino ha spiegato agli agricoltori che il “Comune non può fare nulla per loro” perché “certe decisioni si prendono a livello legislativo”.

"Impossibile dargli torto - scrive Alberto Scarpellini, membro del direttivo di Cambiamo ed ex vice-coordinatore della Consulta agricola - però nel corso del suo primo mandato, il sindaco non è riuscito a garantire, a favore degli agricoli, neppure quel "minimo sindacale" che, invece, sarebbe stato perfettamente nelle sue competenze".

Scarpellini, stigmatizzando la "solidarietà di facciata del primo cittadino alla categoria", cita "tre esempi concreti: in primis, il rilancio del mercato ortofrutticolo che, con il nuovo direttore avrebbe dovuto registrare un cambio di passo e, invece, tutti sappiamo in quali condizioni di debolezza si trovi oggi questa importante realtà. 

Punto secondo: la Consulta agricola avrebbe dovuto essere, almeno sulla carta, l’organo di dialogo e di raccordo tra l’Amministrazione comunale e gli agricoltori e, invece, sappiamo tutti come è andata: svuotata di ogni competenza, per colpa di una concertazione completamente assente, la Consulta non è mai stata chiamata in causa nei processi decisionali, tanto che i primi e unici micro-stanziamenti a favore dell’agricoltura cesenate sono stati investiti ignorando del tutto le sue indicazioni.

Infine, le ultime maxi-vendite dei terreni agricoli comunali sono state effettuate senza tener minimamente conto delle istanze degli agricoltori che, per risolvere l’annoso problema dell’estensione delle loro maglie poderali, avevano, a più riprese, richiesto che quei terreni fossero divisi in appezzamenti più piccoli. Al contrario, il Comune ha preferito mettere all’asta terreni giganteschi, fissando come base d’asta cifre oltre il milione di euro che hanno inevitabilmente disincentivato gli agricoltori locali che, invece, reclamavano poderi al massimo di 6-7 ettari. Cosi facendo, non solo il Comune ha voltato le spalle alle esigenze dei nostri territori, ma ha anche effettuato un’operazione economica poco remunerativa per l’ente pubblico che, frazionando quei terreni, avrebbe certamente incassato di più". 

"È vero - conclude Scarpellini - che il sindaco oggi non può fare granché per venire incontro alle sacrosante proteste degli agricoltori, ma a Cesena - come in tanti hanno sottolineato anche a Pievesestina - gli agricoltori cesenati sarebbero stati già contenti se, recependo le chiare indicazioni che provenivano dal territorio, Lattuca avesse fatto quel poco che era nelle sue possibilità. E che, invece, non ha fatto". 

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