Cesena
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Svelato il giallo dei resti umani nell'aula del Nuti

È lui o non è lui? Si è finalmente dissolto l’alone di mistero sulle presunte spoglie di Novello Malatesta, conservate nell’urna funeraria murata in fondo all’Aula del Nuti e riportate alla luce lo scorso febbraio.

Svelato il giallo dei resti umani nell'aula del Nuti

È lui o non è lui? Si è finalmente dissolto l’alone di mistero sulle presunte spoglie di Novello Malatesta, conservate nell’urna funeraria murata in fondo all’Aula del Nuti e riportate alla luce lo scorso febbraio.

A svelare i risultati delle indagini sui resti scheletrici, presentati questa mattina nell’aula magna in Malatestiana, è stato il paleopatologo Francesco Maria Galassi, coordinatore del progetto, che ha previsto anche l’utilizzo del carbonio-14 per stabilire il secolo di appartenenza delle ossa. L’urna conteneva una trentina di ossa umane identificabili, più vari frammenti, tre ossa animali (che testimoniano l’inquinamento della sepoltura), due suole di calzatura, due cilindri contenenti pergamene, oltre a numerosi frammenti lignei.

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“Dall’esito dell’esame del radiocarbonio è emerso si tratta di uno scheletro più antico, databile in un arco temporale che va dal 1184 al 1298. Le calzature invece sono cronologicamente collocate tra il 1400 e il 1445, epoca compatibile di Novello Malatesta e della sua corte”, ha sentenziato Francesco Maria Galassi, che la rivista statunitense Forbes ha indicato come uno degli ‘under 30’ che cambieranno l’Europa nel campo della medicina.

Ma se non al signore di Cesena, a chi appartengono dunque quei resti? “Nonostante le pessime condizioni di conservazione, l’esame antropologico dello scheletro ha permesso l’identificazione del profilo biologico – ha spiegato Elena Varotto, antropologa dell’Università di Catania –. Si tratta di una sepoltura secondaria di un unico individuo, di probabile sesso maschile, di circa 30-35 anni al momento del decesso come testimoniato dall’assenza di degenerazione artrosica. La statura è stata stimata essere di 177,6 cm di media per un peso di 85 chilogrammi e in sovrappeso, che ha avuto una dieta a prevalenza carnivora e questo indica fosse di status agiato”.

Galassi ha inoltre ripercorso le vicende del presunto ritrovamento dei resti di Malatesta, sulla cui causa della morte (avvenuta a 47 anni) non c’è alcuna certezza. “Nell’ottobre del 1811 la Cesena dell’epoca si mise in animo di ricercare i suoi resti – ha affermato –. Nel Vicolo del Campanone fu ritrovato uno scheletro che, secondo fonti controverse, al contatto dell’aria subì danni notevoli. Una commissione stabilì che le ossa potevano ritenersi di Novello Malatesta, e nel tempo subirono diverse sepolture. L’ultima fu quella del 1905 con i resti collocati all’interno dell’attuale urna muraria”.

Le indagini hanno comportato un costo di poco più di 2mila euro e nessun compenso ha richiesto il noto paleopatologo, che ha partecipato anche a trasmissioni televisive di successo quali Superquark.

Se un pizzico di delusione c’è, permane il segreto: dove è sepolto il fondatore della Biblioteca Malatestiana? Una sfida a cui non si sottrae il sindaco Paolo Lucchi e l’occasione potrebbe presentarsi presto con l’avvio dei lavori di riqualificazione delle ‘tre piazze’.

Si sa già dove scavare: secondo lo storico Claudio Riva, “dai disegni e dalla planimetria della chiesa di San Francesco conservata in Malatestiana, è possibile ubicare il sito della tomba tra la statua del Bufalini e l’aiuola, sarà però necessario però cercare a una profondità di almeno 4-5 metri”.

L’assessore alla cultura Christian Castorri ha annunciato l’intenzione di esporre al pubblico le suole e pergamene (ristrutturate rispettivamente dal Laboratorio di restauro del libro dell’Abbazia del Monte e da Formula Servizi), mentre l’orientamento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna è quello di ricollocare l’urna con i resti nell’Aula del Nuti.

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