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Teatro Bonci. Scifoni superstar nell'interpretazione di san Francesco

Teatro gremito per la serata dedicata al santo di Assisi. Al termine l'attore confida: "Nel 2005, con il Vangelo di Marco, qui a Cesena, ci fu la svolta nella mia carriera". Lo spettacolo è stato promosso dalle famiglie francescane, dai frati cappuccini e dalle suore della Sacra famiglia

L'attore Giovanni Scifoni firma i libri al termine dello spettacolo di ieri sera al teatro Bonci di Cesena

Sul palco del teatro Bonci, gremito in ogni ordine di posti, l'attore Giovanni Scifoni è un saltimbanco. Interpreta a modo suo un san Francesco che a tratti si immerge nell'attualità. Non mancano le battute sulla politica ("tutti lo invocano e si ispirano a lui. Mussolini lo fece patrono d'Italia") e sui personaggi dello spettacolo, compresi Fedez e Chiara Ferragni.

Per l'attore romano, ideatore e regista dello spettacolo, san Francesco è colui che ha pensato la rappresentazione con più repliche al mondo, a miliardi. Quale? Il presepe, dice Scifoni nel suo dialogo col pubblico, mentre recita, canta e balla, accompagnato da tre musicisti che suonano strumenti medievali, come se per una sera, sul comunale di Cesena, si tornasse indietro nel tempo.

San Francesco, invece, fa bene intendere l'attore noto al grande pubblico per la sue interpretazioni nelle fiction Rai (su tutte quella in "Doc") è ancora attualissimo, con il suo messaggio carico di fratellanza e di pace, tanto da essere capace di arrivare fino a casa del sultano. E se ci fosse rimasto, dice Scifoni, magari la storia sarebbe cambiata, anche la nostra.

Il Vangelo sine glossa, questa la testimonianza del poverello d'Assisi che si spogliò di tutto e per lui accorsero a migliaia da tutta Europa. Così come accade anche oggi e come è accaduto ieri sera, con un teatro gremito per ascoltare  e vedere l'attore globetrotter Scifoni, ma anche per ricordare e celebrare il messaggio del santo a 800 anni dalle stimmate ricevute nel silenzio di La Verna, invitato nella nostra città dalle famiglie francescane, dai frati cappuccini e delle suore della Sacra famiglia. 

Una parola che si fa carne quando è accompagnata dall'ascolto, quell'attenzione che manca agli uomini e alle donne di oggi, presi tutti come siamo da noi stessi, dal successo, dai soldi, dalla carriera. 

Il volto di Cristo diventa il volto di ciascuno di noi. In ogni persona si scorge il volto di Cristo, un fratello e una sorella da amare. Come ha testimoniato san Francesco che è arrivato ad amare anche "sora morte corporale" quella che gli ha spalancato le porte per vedere il faccia il Figlio di Dio, colui che con la sua resurrezione ha sconfitto la morte. Per tutti noi.

Al termine dello spettacolo, l'attore è sceso tra il pubblico rimasto in attesa per le firme sui libri. Scifoni ricorda l'evento del 2005 sempre al Bonci, quando, allora giovanissimo (non ancora trentenne) e quasi sconosciuto, su commissione della Diocesi, lesse e interpretò a memoria il Vangelo di Marco. "Quella serata mi cambiò - confida -. Capii che potevo rischiare qualcosa nella mia carriera. Che potevo fare spettacoli da solo, sul palco. Un evento che ricordo con tanto affetto". 

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