Alzheimer
Un giardino terapeutico per i malati di Alzheimer
Il primo in uno spazio pubblico, sorgerà a Cesena nel 2024
Un luogo di cura immerso nel verde che aiuta le persone con demenza e i loro caregiver a scaricare l’ansia e ritrovare momenti di serenità. Verrà realizzato a Cesena nel 2024 il primo giardino terapeutico per i malati di Alzheimer in uno spazio pubblico. La collocazione scelta è quella all’interno dei Giardini pubblici (nell’ala orientale), nel cuore del centro storico. Il progetto - promosso dalla Fondazione Maratona Alzheimer con il sostegno economico di Anpa Confartigianato, in collaborazione con il Comune di Cesena - è stato svelato ieri nel corso delle iniziative messe in campo per richiamare l’attenzione sui diritti delle persone con Alzheimer, forma di demenza che ha un forte impatto sociale. A firmare il progetto è l’architetto Andrea Mati, massimo esperto nazionale in verde terapeutico e docente al master in Orticoltura terapeutica dell'università di Bologna.
“È importante che il giardino terapeutico venga inserito in uno spazio pubblico e non ad uso e servizio esclusivo delle persone con demenza, come già avviene magari in alcune strutture specializzate — evidenzia il sindaco Enzo Lattuca —. Questo è un tentativo di includere nella comunità, di coinvolgere anche le persone malate non ricoverate che possono vivere questo luogo con i loro familiari, senza stigma e vergogna”.
Il giardino si svilupperà su due aree lungo un percorso circolare: la zona della riattivazione sensoriale e della reminiscenza (affioramento dei ricordi positivi dell'infanzia e giovinezza) della memoria a lungo termine e la zona della riabilitazione motoria. Al centro ci sarà un'aiuola di piante aromatiche per la riattivazione sensoriale e un sistema di orti a cassoni per attività manuali. L’obiettivo è alleviare i sintomi della patologia e favorire la riconnessione con la natura.
“La struttura dello spazio è concepita come una sorta di percorso guidato lungo tutta una serie di stimolazioni sensoriali e percettivo-emozionali, con la finalità di riattivare i ricordi acquisiti nella giovinezza e sedimentati nella memoria a lungo termine - spiega Mati —. È stato dimostrato che le persone affette da tale sindrome sentono forte la necessità di camminare, apparentemente senza una meta, per raggiungere ciò che sentono di aver perduto”.
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