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Gli albergatori: "Estate in perdita a causa dei rincari"

L'associazione Adac Federalberghi è "molto preoccupata" per il futuro

foto: Venturi

"Il tutto esaurito negli hotel non è sufficiente per chiudere la stagione col segno positivo, anzi il caro bollette, l’aumento dei prezzi delle materie prime e l’innalzamento dei costi di gestione fan sì che la stagione chiuda in perdita". A lanciare l'allarme è l'associazione degli Albergatori di Cesenatico.

"La stagione 2022 - si legge in un comunicato stampa di Adac Federalberghi - è iniziata con tante buone aspettative ma per chi non ha apportato aumenti nei propri listini sono tempi duri. Le strutture alberghiere che hanno presentato i loro prezzi a ottobre 2021 erano al corrente che ci sarebbero stati aumenti ma non immaginavano un aumento del 300 per cento dei costi dell’energia e del gas con una conseguente impennata dei prezzi al consumo. Indubbiamente, durante la stagione estiva 2022, i turisti hanno ricominciato a viaggiare ma molti devono fare i conti con l’aumento del costo della vita, che è sempre più alto mentre gli stipendi dei dipendenti sono rimasti fermi al palo".

"In questa situazione di grave crisi - afferma Alfonso Maini, vicepresidente dell'associazione - ritengo opportuno sottolineare che il turismo sta cambiando più di quello che pensiamo ma non viene fatto nulla per andare incontro alle nuove esigenze del mercato: il territorio non è pronto, le infrastrutture sono rimaste agli anni sessanta e gli aeroporti più vicini hanno tratte spesso poco fruibili per i vacanzieri diretti in Romagna. Altro punto dolente in questa estate “particolare” è la carenza di reperimento del personale addetto ai servizi alberghieri e di ristorazione. Al riguardo vorrei sottolineare che questa difficoltà deriva da molteplici fattori quali: il reddito di cittadinanza, la mancanza di personale qualificato e perché spesso si tratta di impieghi che richiedono sacrifici".

"Grazie al bel tempo - dicono gli albergatori - abbiamo avuto un maggio, giugno e luglio soddisfacenti ma un agosto non eccezionale, un po’ sotto ai numeri pre-pandemia anche perché si è tornati a una situazione di concorrenza con la Grecia e la Spagna. A settembre vediamo cosa succederà. La situazione è in continua evoluzione, ma siamo fiduciosi"

"Questi sono i motivi per i quali la categoria degli albergatori è molto preoccupata per il futuro delle singole imprese alberghiere che minacciano di chiudere le attività definitivamente. Invitiamo pertanto le istituzioni a trovare soluzioni a questo continuo aumento vertiginoso di costi", conclude Maini

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