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Alfie Evans: monsignor Galantino (segretario Cei), “lui e Charlie testimoni di un’epoca allergica ai difetti”

“Prima Charlie e ora Alfie, testimoni e simboli di un’epoca che brucia le esitazioni, è allergica ai difetti malgrado tanta retorica pubblica e lascia inesorabilmente ai margini chi non tiene il passo”. Lo scrive monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei,

“Prima Charlie e ora Alfie, testimoni e simboli di un’epoca che brucia le esitazioni, è allergica ai difetti malgrado tanta retorica pubblica e lascia inesorabilmente ai margini chi non tiene il passo”. Lo scrive monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nella rubrica “Testimonianze dai confini” del Sole 24 Ore, sulla vicenda del piccolo morto oggi, paragonandola a quella di Charlie Gard, altro bimbo inglese segnato irrimediabilmente da una malattia rarissima. 

Per l’opinione pubblica italiana questo piccolo (Alfie, ndr) sembra apparso da un giorno all’altro con un fardello pesantissimo di domande etiche, scientifiche, giuridiche e soprattutto umane, ma il suo caso non è del tutto nuovo né sorprendente”. È chiaro come una vicenda che intreccia piani tanto disparati – aggiunge – non si possa risolvere tracciando una linea netta tra bene e male, giusto e iniquo, e si offra anzi come il prototipo delle grandi questioni dei nostri giorni nelle quali sono intrecciati in modo inestricabile temi e domande sull’uomo, la sua vita, i progressi e i limiti della scienza, i poteri e i confini della legge, il ruolo della giustizia, la responsabilità dei mezzi di comunicazione”. Secondo il segretario generale della Cei, “il caso di Alfie Evans sembra riproporci ora gli stessi interrogativi, con alcune rilevanti differenze dentro uno spartito dove riappare però l’identico, angoscioso confronto tra la ferma volontà di vita dei genitori e una sentenza che apre la strada alla morte di un bimbo non per gli esiti della sua malattia ma per un’azione dei medici cui era affidato il suo destino clinico”.

Il vescovo spiega poi come “da Charlie ad Alfie al centro di tutto resta il medesimo punto incandescente: il rilievo e il valore della vita umana”. Ma è come se “la cronaca ci proponesse la scena di un cantiere a metà strada tra la vita e i grandi ambiti della conoscenza e della cultura per mettere alla prova la nostra umanità dentro una società che forse troppo facilmente si affida a risposte tecniche e solo apparentemente oggettive – la scienza, il diritto, la tecnologia, gli algoritmi –, però, palesemente limitate se poste a confronto con ciò che si muove nel più profondo di noi”.

Fonte: Sir
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