la caduta di un simbolo
Notre Dame brucia, dalle ceneri rinasce il senso di comunità
Nel rogo di Notre Dame, i cattolici piangono la caduta di un "simbolo vivente" della cristianità, i non credenti di un monumento di arte e spiritualità. Ma se crollano le pietre, non così la fede
Quasimodo piange questa sera. Ha perso la sua casa, tacciono le campane. E con lui piangono i parigini e si disperano i francesi, perché stasera brucia la casa di tutti, credenti e non.
Brucia Notre Dame de Paris, rovinano più di 800 anni di Storia e di letteratura, di fede e di patrimonio inestimabile dell’umanità tutta. Tra le alte fiamme che avvolgono il monumento più visitato della Francia si consuma una tragedia che coinvolge la cristianità e il mondo intero.
È il cuore che brucia stasera, dicono i messaggi di solidarietà, di dolore, di perdita incommensurabile, perché è crollato più di un monumento, più di una chiesa, è bruciato un sogno, un simbolo, un libro di storia.
Quasimodo piange questa sera. Ha perso la sua casa, tacciono le campane. E con lui piangono i parigini e si disperano i francesi, perché stasera brucia la casa di tutti, credenti e non.
Brucia Notre Dame de Paris, rovinano più di 800 anni di Storia e di letteratura, di fede e di patrimonio inestimabile dell’umanità tutta. Tra le alte fiamme che avvolgono il monumento più visitato della Francia si consuma una tragedia che coinvolge la cristianità e il mondo intero.
(Foto AFP/SIR)
È il cuore che brucia stasera, dicono i messaggi di solidarietà, di dolore, di perdita incommensurabile, perché è crollato più di un monumento, più di una chiesa, è bruciato un sogno, un simbolo, un libro di storia.
Guardando all’immane incendio che ha distrutto Notre Dame, il pensiero va a un altro rogo in luogo sacro: al terribile fuoco che 22 anni fa, quasi in questi stessi giorni, nella notte tra l’11 e il 12 aprile del 1997, distrusse la cupola del Guarini del duomo di Torino. Allora a bruciare era la cappella della Sindone. La reliquia si salvò: custodita dietro l’altar maggiore, un pompiere portò sulle spalle la teca della Sindone appena strappata alle fiamme e al crollo della cappella.
Allora come oggi le fiamme sembravano invincibili, inarrestabili, illuminavano di rosso la notte della città e si piangeva, perché tutto sembrava perduto.
Eppure, anche se bruciano le cattedrali, pur se cade un simbolo, non per questo viene meno la fede. Nostra Signora, perché, non va dimenticato, è alla Madonna che è dedicata la chiesa più fotografata dopo San Pietro, non abbandona i suoi figli solo perché la sua casa è distrutta.
Ma neanche i figli abbandonano la Madre. In ginocchio davanti al duomo in fiamme, in migliaia a Parigi hanno pregato e cantato l’Ave Maria. Ci si stringe, nelle tragedie, si torna ad essere comunità. Si ritrova ciò che è importante, ciò che conta. L’ultimo miracolo di Notre Dame.
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