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Principali notizie dall’Italia e dal mondo. Centrafrica, a Bangui attaccata la chiesa di Notre Dame. Primo Maggio, scontri a Parigi e Istanbul. Tragedia sulle Alpi

La rassegna del mattino a cura dell'Agenzia Sir

Principali notizie dall’Italia e dal mondo. Centrafrica, a Bangui attaccata la chiesa di Notre Dame. Primo Maggio, scontri a Parigi e Istanbul. Tr...

Centrafrica. A Bangui attaccata la chiesa di Notre Dame

Attacco con granate ad una chiesa cattolica a Bangui, nella Repubblica Centrafricana. Si tratterebbe della chiesa di Notre Dame. Secondo i media locali ci sarebbero almeno nove morti e decine di feriti. Nella chiesa di Notre Dame di Fatima a Bangui – riferiscono fonti locali e siti di informazione religiosa – erano riuniti centinaia di fedeli per celebrare la fraternità di san Giuseppe. Improvvisamente sono comparsi, durante la messa, uomini armati che hanno cominciato a gettare delle granate. Tra i morti ci sarebbe anche un sacerdote. Il bilancio delle vittime e dei feriti sarebbe ancora provvisorio. La chiesa di Notre Dame, nella capitale centrafricana, era già stata attaccata nel maggio del 2014. L’edificio di culto si trova molto vicino ai quartieri PK5, l’enclave musulmana spesso al centro di scontri.

Primo Maggio. Scontri a Parigi e Istanbul. Fermati 200 black bloc

È un Primo Maggio segnato da proteste e scontri in diverse capitali del mondo. A cominciare da Parigi, dove 1.200 black bloc incappucciati si sono messi con prepotenza alla testa del corteo sindacale che era partito da piazza della Bastiglia, mentre sfilava all’altezza del Ponte d’Austerlitz. I gruppi violenti hanno distrutto le vetrine di un McDonald’s, incendiato una concessionaria della Renault e altri esercizi commerciali e lanciato ordigni incendiari e fumogeni. Per respingerli le forze dell’ordine hanno fatto ricorso a gas lacrimogeni e a cannoni ad acqua. Nel giro di qualche ora, circa 200 black bloc sono stati messi in stato di fermo. Tensione, nella giornata della Festa del Lavoro, si è vissuta anche a Istanbul, dove le autorità turche hanno dispiegato 25mila agenti, chiuse 4 stazioni della metropolitana così come le due linee di funicolare che portano nel cuore della città. In barba al divieto imposto di marciare verso Piazza Taksim – luogo simbolo del Primo Maggio – e nonostante i blocchi imposti dalla polizia, piccoli gruppi di rappresentanti sindacali sono riusciti a deporre ghirlande e fiori lì dove il Primo Maggio 1977, 34 persone furono uccise. In tutta la città i manifestanti arrestati sono stati almeno 45.

Tragedia sulle Alpi. 14 morti in meno di 72 ore

Ponte del primo maggio tragico sulle Alpi, dalla Francia al Veneto: in meno di 72 ore, complici le pessime condizioni meteo su tutto l’arco alpino e una tempesta di neve e vento che si è abbattuta in quota, sono morte 14 persone e almeno un’altra decina sono rimaste ferite, alcune in modo grave e tuttora ricoverate in pericolo di vita. Il bilancio più grave resta quello dell’incidente nella zona della Pigna d’Arolla, a oltre 3.000 metri lungo il percorso della Haute Route, un itinerario scialpinistico molto frequentato che collega Chamonix con Zermatt. Delle 14 persone (divise in due gruppi di 10 e 4) che domenica mattina erano partite dal rifugio Des Dix, 6 sono morte e 4 sono ancora ricoverate in gravi condizioni. Cinque delle vittime sono italiane.

Abu Mazen: “Shoah colpa attività ebrei”. Ondata indignazione

Alcune frasi di stampo antisemita pronunciate da Abu Mazen in queste ore stanno suscitando una valanga di critiche a livello mondiale. Secondo i media internazionali, il presidente palestinese ha detto che l’Olocausto è stato causato da alcuni “comportamenti sociali” tenuti dagli ebrei, come “l’usura, le banche e cose del genere”. Fra i primi a commentare, il premier israeliano Netanyahu, che ha detto che il leader palestinese è “antisemita e patetico”. Abu Mazen (Mahmoud Abbas) ha pronunciato le frasi fatidiche durante il Consiglio palestinese, ieri a Ramallah, in un discorso di 90 minuti trasmesso in diretta tv. Ha negato che esista una relazione fra gli ebrei e la terra di Israele, definendo lo Stato ebraico un “prodotto coloniale” britannico.

Armenia. Pashinyan richiama il popolo alla disobbedienza civile

Si acuisce la crisi politica in Armenia dopo la mancata nomina a Premier di Nikol Pachinyan, leader dell’opposizione e unico candidato. Quest’ultimo ha rivolto ai suoi sostenitori l’appello a bloccare tutti i mezzi di trasporto nel Paese, inclusi aeroporti e ferrovie, richiamandoli alla “disobbedienza” civile”, in reazione al rifiuto da parte del Parlamento: dei 100 Deputati che hanno partecipato al voto, 55 sono stati i voti a lui contrari, 45 invece quelli a favore.

Russiagate. Procuratore Mueller evoca interrogatorio Trump

Il procuratore speciale del Russiagate, Robert Mueller, ha evocato la possibilità di emettere un mandato per far interrogare il presidente americano Donald Trump davanti a un grand giury. Lo scrive il Washington Post, riferendo di un incontro all’inizio di marzo fra Mueller e gli avvocati del Tycoon. Una mossa che potrebbe portare ad uno storico conflitto davanti alla Corte suprema Usa.

Nigeria. Attacco in moschea, 28 morti. Sospetti su Boko Haram

Almeno 24 fedeli sono rimasti uccisi nell’attacco con esplosivo in una moschea a Mubi nel nord della Nigeria. Il portavoce della polizia locale Othman Abubakar ha detto che la prima deflagrazione è avvenuta durante la preghiera pomeridiana. Poi ne è seguita una seconda che ha investito i fedeli in fuga. Testimoni hanno riferito di aver visto un giovane con un corpetto esplosivo entrare nella moschea. Questo è il secondo attacco in sei mesi in una moschea di Mubi, nel precedente morirono 50 persone. Primo sospettato è il gruppo islamico Boko Haram.

Fonte: Sir
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