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Principali notizie dall’Italia e dal mondo. Siria, popolazione in fuga dalle milizie turche. Petroliera in fiamme al largo dell’Arabia Saudita

La rassegna stampa del mattino a cura dell'agenzia Sir

Principali notizie dall’Italia e dal mondo. Siria, popolazione in fuga dalle milizie turche. Petroliera in fiamme al largo dell’Arabia Saudita

Italia: governo dà il via libera al decreto legge sul clima e a quello sulla scuola. Stabilizzazione per 24mila docenti

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge Clima e al decreto legge sulla scuola. Il Green New Deal del governo Conte 2 parte dalla rottamazione di auto e motorini, incentivi per i commercianti che attrezzeranno green corner per vendere prodotti sfusi, corsie preferenziali per i mezzi pubblici, scuolabus ecologici e nuovi alberi nelle città. Sono le misure da 450 milioni di euro in tre anni contenute nel Decreto legge Clima, approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri. “Le misure più incisive, ma anche politicamente più scottanti, cioè i tagli ai sussidi dannosi per l’ambiente, sono state rinviate – spiega l’Ansa – alla legge di Bilancio. Paragonati ai 50 miliardi stanziati per l’ambiente dal governo tedesco, i 450 milioni del Decreto Clima appaiono un assaggio, un primo passo”. I fondi per il clima, il decreto li trova nelle “aste verdi”, cioè il sistema di scambio delle emissioni di gas serra nella Ue, l’Ets. “È il primo atto normativo del nuovo governo, che inaugura il Green New Deal – commenta il ministro Sergio Costa – il primo pilastro di un edificio le cui fondamenta sono la legge di bilancio e il Collegato ambientale, insieme alla legge Salvamare, in discussione alla Camera, e a ‘Cantiere ambiente’, all’esame del Senato. Tutto questo dimostra che il governo sta realizzando una solida impalcatura ambientale”. Via libera del Consiglio dei ministri anche al decreto sulla scuola, che prevede la stabilizzazione di 24mila docenti precari attraverso un concorso straordinario e che conferma l’intesa raggiunta dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti con i sindacati il primo ottobre.

Turchia: continua l’offensiva di Ankara in Siria contro i curdi. Domani riunione della Lega Araba

Una riunione d’urgenza della Lega Araba a livello di ministri degli Esteri è stata convocata per domani al Cairo, dove è la sua sede, con all’ordine del giorno l’offensiva turca in Siria. Ne ha dato notizia il segretario generale aggiunto dell’organizzazione, Hossam Zaki, sottolineando che l’iniziativa è stata presa su richiesta dell’Egitto. In un comunicato Zaki afferma che “l’aggressione” di Ankara “viola il diritto internazionale e costituisce un attacco inaccettabile contro la sovranità di un Paese membro”. Negli Usa si affaccia la prospettiva di pesanti sanzioni alla Turchia: la deputata repubblicana al Congresso Usa, Liz Cheney, è pronta a presentare nei prossimi giorni una legge che impone sanzioni alla Turchia per l’attacco alle milizie curde. La figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney, nonostante sia una delle più strette alleate di Donald Trump, si è unita al coro delle critiche contro il presidente per aver abbandonato gli alleati curdi. La Francia ha chiesto una riunione della coalizione internazionale anti-Isis “per mettere ognuno davanti alle proprie responsabilità”. Appello all’Ue anche dal ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio. Nel frattempo l’esercito turco avanza in Siria: civili in fuga.

Medio Oriente: petroliera iraniana in fiamme al largo dell’Arabia Saudita. Si sospetta attacco terroristico

Una petroliera iraniana è in fiamme al largo della costa dell’Arabia Saudita, a 120 chilometri di Gedda, dopo essere stata colpita. Lo riferiscono l’agenzia di stato ed altri media iraniani. Per la compagnia petrolifera nazionale, proprietaria della petroliera, è stata colpita da un missile. Si sospetta un attacco terroristico. Al momento non è chiaro quale sia l’entità del danno, l’agenzia parla di una perdita di petrolio nel Mar Rosso.

Romania: crisi di governo, si prospetta un esecutivo elettorale. Elezioni nel 2020

La caduta del governo romeno potrebbe avere riflessi anche sulle istituzioni europee. Ieri è stata votata la sfiducia all’esecutivo guidato da Violeta Dancila, mentre Bruxelles attende ancora il nome di un candidato romeno a far parte della Commissione Von der Leyen. Dancila ha affermato: “Chiedo all’opposizione di formare un nuovo esecutivo il prima possibile. Chiedo anche al presidente della Repubblica di nominare un nuovo primo ministro quanto prima in modo che il governo possa svolgere il lavoro che c’è da fare”. La premier era stata messa con le spalle al muro a causa di un braccio di ferro tra la stessa Dancila (socialdemocratica) e il presidente della repubblica, Klaus Johannis (centrodestra), sfociato in un vero e proprio scontro politico. Ioannis si è opposto a ogni tentativo di rimpasto, imponendo di tornare in Parlamento e chiedere la fiducia delle Camere. Ioannis ha poi affermato: “Il collasso di questo esecutivo è scaturito dalla reazione dell’intera società agli abusi e all’incompetenza”. Per la Romania si prospetta – secondo Euronews – un governo elettorale, vale a dire un esecutivo la cui funzione è quella di traghettare il Paese alle prossime elezioni, da tenere nel 2020.

Brexit: incontro “costruttivo” tra Johnson e premier irlandese. Oggi colloqui a Bruxelles tra Ue e Regno Unito

Boris Johnson e Leo Varadkar “intravedono il sentiero di un possibile accordo” in extremis sulla Brexit. Lo si legge in una dichiarazione congiunta diffusa da Downing Street dopo un incontro, ieri, in forma privata che il premier britannico e quello irlandese hanno avuto presso Liverpool. Nessun dettaglio sulla discussione, definita comunque “costruttiva”. Il confronto prosegue ora in forma “intensa” fra le task force tecniche e sarà proseguito oggi a Bruxelles dal ministro Steve Barclay col capo negoziatore Ue, Michel Barnier. I due primi ministri – si legge nella nota – “hanno avuto una discussione dettagliata e costruttiva ed entrambi continuano a credere che un deal sia nell’interesse di tutti”. “Essi sono d’accordo di poter vedere il sentiero d’un possibile accordo”, recita il testo, limitandosi a precisare che il confronto si è “concentrato sulle sfide doganali” al confine post Brexit fra Irlanda del Nord e Irlanda e “sul consenso” che i nordirlandesi dovranno dare sull’eventuale intesa.

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