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Al Sant'Orsola primo trapianto da "donatore a cuore fermo", coinvolti professionisti cesenati

Centrale il lavoro di squadra: Irccs con Ausl Romagna, Centro riferimento trapianti e Centro nazionale trapianti. Una procedura nuova, autorizzata da pochi mesi. Le parole del dottor Circelli del "Bufalini" di Cesena

L'equipe di Ausl della Romagna presente oggi in conferenza stampa a Bologna. Il dottor Circelli è al centro nella foto, con gli occhiali

Anche un cuore che ha smesso di battere da venti minuti può salvare una vita. Lo rende possibile una procedura innovativa applicata dagli specialisti dell’Unità operativa di Cardiochirurgia diretta dal professor Davide Pacini, assieme ai colleghi degli ospedali di Cesena e Ravenna. L’intervento effettuato al Sant’Orsola, cosiddetto trapianto da “donatore a cuore fermo”, è il primo in Emilia-Romagna di questo genere e il settimo in Italia. È stato illustrato nei dettagli questa mattina in una conferenza stampa a Bologna.

Un caso unico a livello nazionale

In Italia è la prima volta che una simile procedura viene eseguita in una struttura che non è sede di Cardiochirurgia. Gli specialisti della Cardiochirurgia dell’Irccs si sono recati all’ospedale di Santa Maria delle Croci a Ravenna e hanno prelevato il cuore con il supporto dell’Ecmo Team di Cesena applicando una tecnica che consente di salvaguardare le funzionalità degli organi e facilitare la ripresa del cuore. Il trapianto dell’organo è stato poi effettuato presso l’Irccs a Bologna a inizio agosto.

Mettere in piedi un sistema in cui la squadra che preleva il cuore si sposta verso il donatore e non il contrario garantisce una replicabilità e performance migliori della procedura.

Il trapianto con “donatore a cuore fermo”

Il prelievo di un organo a scopo di trapianto viene sempre eseguito su un cadavere. La procedura si può però differenziare per le modalità di accertamento della morte del donatore: una attraverso criteri neurologici (comunemente conosciuta come “morte cerebrale” e caratterizzata per il prelievo degli organi a cuore battente), l’altra attraverso criteri cardiaci. Il secondo è il caso della donazione “a cuore fermo”. Per questa procedura la legge prevede, in Italia, un tempo di attesa e di osservazione prima del prelievo dell’organo di 20 minuti, contro i 5 minuti della maggior parte degli altri Paesi europei.

La maggior parte dei trapianti è ancora oggi legata alle morti encefaliche, ma le donazioni “Dcd” (donazione dopo la “morte cardiaca” o a “cuore fermo”) per organi come i reni, il fegato o i polmoni crescono anno dopo anno. La procedura fino ad oggi invece non era mai stata effettuata per il cuore proprio perché un organo complesso e uno tra i più sensibili alla mancanza di ossigeno durante il periodo di arresto della circolazione sanguigna. Oggi invece le tecniche di riperfusione più all’avanguardia consentono finalmente di recuperare le funzionalità del cuore anche dopo i 20 minuti di arresto previsti per legge. Di conseguenza il Centro nazionale trapianti ha autorizzato la procedura e l’Irccs si è iscritto nel ristretto gruppo di centri d’eccellenza che hanno le competenze per effettuare anche questo tipo di trapianto. Aumentando così le possibilità e le prospettive dei pazienti in attesa.

Trapianti in Emilia-Romagna, collaborazione e organizzazione

Il Centro riferimento trapianti dell’Emilia-Romagna (Crt) rappresenta un modello pionieristico, primo esempio in Italia con una struttura dedicata a rendere più efficiente la collaborazione tra gli ospedali in tema di trapianti. Pochi anni dopo l’istituzione, è stato preso in esempio per la stesura della legge nazionale in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti (legge 91 del 1999).

È una struttura regionale operativa-gestionale con sede presso l’Irccs Policlinico di Sant’Orsola con l’obiettivo di far funzionare al meglio il percorso di donazione e trapianto di organi e tessuti, che in Emilia-Romagna è organizzato secondo il modello "Hub&Spoke" e garantisce quindi il collegamento tra centri di alta specializzazione e gli ospedali del territorio con le sedi donative, i centri trapianto, le sedi delle banche di tessuti e cellule in rete tra loro. Il Centro fa anche riferimento al Ministero della Salute (Centro nazionale trapianti).

In 26 anni sono stati realizzati più di 730 trapianti di cuore, oltre 3.450 di fegato (44 dei quali da donatore vivente), più di 4.430 di rene (530 dei quali da donatore vivente), oltre un centinaio di polmone e una cinquantina di intestino. In totale il Crt ha garantito il corretto utilizzo di oltre 9.000 organi offrendo una nuova possibilità di vita a 8.288 persone.

Nonostante le inevitabili difficoltà legate alla pandemia, nel 2020 il numero dei trapianti realizzati è rimasto stabile, mentre il 2021 si è chiuso con un nuovo record dei trapianti realizzati: 488. Quest’ultimo dato, poi, è ulteriormente migliorato nel 2022 con 516 trapianti (29 di cuore, 9 di polmone, 247 di fegato, 229 di rene e 2 di pancreas) e al momento la proiezione al 31 dicembre è di 578 trapianti. L’Emilia-Romagna è inoltre la regione con il più alto numero di donatori utilizzati per milione di abitanti (49,7).

La Cardiochirurgia dell’Irccs di Bologna

L’Irccs Policlinico di Sant’Orsola è l’unico ospedale a eseguire trapianti di cuore in Emilia-Romagna. Da gennaio a oggi sono già stati effettuati 39 trapianti di cuore di cui 8 in pazienti pediatrici. Un numero da record, già superiore a quello dello scorso anno, che posiziona l’Irccs come primo centro in Italia per numero di interventi per il terzo anno consecutivo. Non solo: quello del Sant’Orsola è stabilmente il centro che garantisce la più alta sopravvivenza post-intervento in Italia (80 per cento dopo 5 anni, contro la media nazionale del 73 per cento).

L’Irccs di Bologna, inoltre, è l’unico centro cardiologico-cardiochirurgico in Italia a vantare la possibilità di seguire il paziente dalla diagnosi prenatale a tutta l’età adulta garantendone una presa in carico totale durante l’intero arco di vita e offrendo a tutte le fasce di età l’opzione del trapianto e delle assistenze meccaniche.

L’Ausl della Romagna in prima linea

In Ausl Romagna la donazione di organi a cuore fermo è una realtà consolidata nei quattro presidi ospedalieri polispecialistici di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Dal primo prelievo effettuato all’ospedale Bufalini di Cesena nel 2016 si è via via passati a 21 prelievi a cuore fermo nel 2022, con un trend che si conferma anche nel 2023, con già 15 prelievi effettuati da inizio anno ad oggi. Anche le donazioni di tessuti a cuore fermo hanno visto un importante sviluppo con l’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, prima sede donativa della Regione per numero di prelievi realizzati nel 2022 (9) e nel 2023 con 8 prelievi effettuati ad oggi. Dal 2018 l’ospedale di Cesena è sede di riferimento per lo sviluppo del Programma di donazione organi a cuore fermo in Emilia Romagna. Da allora ha collaborato e fornito supporto per l'avvio del percorso in 9 ospedali della Regione.

Di seguito l’elenco dei professionisti di Ausl Romagna coinvolti nell'intervento:

  • Marina Terzitta - Direttore anestesia e rianimazione Ravenna
  • Andrea Nanni - coordinatore medico aziendale procurement - Ausl Romagna
  • Luca Bissoni - anestesista Cesena
  • Alessandro Circelli - coordinatore Ecmo Team - anestesista Cesena
  • Marta Velia Antonini - perfusionista di Cesena
  • Andrea Rubboli - Direttore cardiologia Ravenna
  • Matteo Lisi - cardiologo esperto in ecocardiografia transesofagea Ravenna  
  • Manila Prugnoli - referente infermieristico aziendale procurement - Ausl Romagna
  • Filomena Di Antonio - coordinatore medico procurement - Ravenna
  • Giulia Cavalieri D’Oro e Dott.ssa Serena Succi - coordinamento infermieristico procurement - Ravenna
  • Federica Saporetti - responsabile infermieristica dipartimento chirurgico Ravenna
  • Massimo Terenzoni - anestesista responsabile blocco operatorio Ravenna
  • Gianluca Zani - anestesista Ravenna
  • Claudio Gecele - anestesista responsabile terapia intensiva Ravenna
  • Valter Virga Maccano - coordinatore infermieristico terapia intensiva Ravenna
  • Nicola Sangiorgi - responsabile infermieristico blocco operatorio Ravenna-Faenza-Lugo
  • Federica Rubboli - coordinatore infermieristico blocco operatorio Ravenna
  • Vanni Agnoletti - Direttore anestesia e rianimazione Cesena
  • Paolo Tarlazzi - Direttore presidio ospedaliero di Ravenna
  • Umberto Carioli - medico direzione presidio di Ravenna
  • Mauro Taglioni - Direttore direzione infermieristica e tecnica Ausl Romagna

“L’Ecmo-team di Cesena si occupa di donazioni a cuore fermo dal 2016”, dice il dottor Alessandro Circelli, responsabile Ecmo-team dell’Ausl della Romagna, raggiunto al telefono dopo l'uscita della notizia del trapianto di un cuore fermo da molti minuti effettuato a inizio agosto.

Dal 2018 è una equipe itinerante individuata dalla regione – aggiunge l’anestesista - anche con intento formativo di tutte le equipe regionali. In questa occasione la macchina Ecmo, utilizzata nei precedenti casi per portare nutrimento agli organi addominali (fegato, reni) per permettere il prelievo a scopo di trapianto, è stata estesa anche al torace, determinando una circolazione del sangue nel cuore che, dopo oltre 30’, ha ripreso un’eccellente attività. Così è stato possibile il prelievo e quindi il trapianto. È la prima volta che accade in un centro senza cardiochirurgia. È il primo caso in cui è stata utilizzata la tecnica Ecmo, che può essere eseguita mediante una macchina trasportabile e perciò potenzialmente eseguibile in ogni ospedale".

L'Ecmo è la circolazione extracorporea, vale a dire, specifica Circelli "una tecnica che attraverso una macchina preleva sangue dal corpo e lo reimmette ossigenato a pressione all'interno del corpo. Svolge le funzioni del cuore e dei polmoni". 

Dichiarazioni e commenti

"L'Associazione italiana per la donazione di organi - spiega il responsabile per la comunicazione Aido Emilia Romagna dottor Francesco Brandoli - si impegna da 50 anni per sensibilizzare al dono dopo la morte di organi, tessuti e cellule, festeggiando ogni vita salvata da un trapianto. Ribadiamo una smisurata riconoscenza verso la classe medica, attrice di un perfezionamento tecnico costante e verso gli angeli che hanno scelto di donare".

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