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Salute e ricerca

Alla dottoressa Conteduca dell'Irst di Meldola un prestigioso riconoscimento

Per la ricercatrice-oncologa è la quarta volta che riceve l'Asco Merit Award Conquer Cancer

Dottoressa Vincenza Conteduca

Per la quarta volta la dottoressa Vincenza Conteduca, ricercatrice e medico oncologo dell’Istituto romagnolo per lo studio dei tumori “Dino Amadori” - Irst Irccs, è stata premiata dall’American society of Clinical oncology (Asco) Foundation con il “Merit Award Conquer Cancer”, il più importante riconoscimento mondiale rivolto a giovani ricercatori in oncologia, entrando tra i primatisti assoluti di questo premio che molto raramente viene assegnato più di una volta allo stesso ricercatore.

La cerimonia di “consegna” si terrà durante il Congresso internazionale Asco in programma dal 4 all'8 giugno in modalità online.

Oggetto dello studio che ha portato al prestigioso riconoscimento è una ricerca condotta sui pazienti affetti da carcinoma prostatico avanzato -una delle principali cause di morte per malattie oncologiche nei paesi sviluppati - sottoposti a trattamenti ormonali con farmaci di seconda generazione quali abiraterone ed enzalutamide.

Dal monitoraggio di 180 pazienti è emerso come gli uomini con una maggiore quantità di DNA tumorale circolante abbiano un maggior rischio di sviluppare eventi tromboembolici durante la terapia ormonale. Un fenomeno da indagare ma dovuto, probabilmente, al fatto che la quota di DNA rilasciata nel sangue dalle cellule tumorali fungerebbe da stimolo pro-trombotico innescando la cascata della coagulazione.

Il lavoro della dottoressa Conteduca - dal 2013 nell’equipe di patologia Uro-ginecologica diretta dal dottor Ugo De Giorgi - è stato realizzato in collaborazione con i professionisti Irst delle strutture di Oncologia medica, Radiologia, Ambulatorio di cardioncologia e del Laboratorio di bioscienze, con il supporto dei colleghi dell'University College London Cancer Institute di Londra e Dana Farber Cancer Institute and Harvard Medical School di Boston, e rappresenta il primo studio prospettico nel tumore prostatico avanzato che abbia dimostrato tale associazione tra DNA tumorale circolante e trombosi.

Durante lo studio, tutti i pazienti che hanno presentato eventi tromboembolici hanno effettuato terapia anticoagulante su indicazione dei cardiologi Irst e nessuno di questi ha interrotto la terapia ormonale, né ha presentato eventi avversi gravi.

In conclusione, le evidenze dello studio della dottoressa Conteduca suggeriscono che i pazienti con alti livelli basali di DNA tumorale circolante dovrebbero essere monitorati più attentamente dal punto di vista cardiovascolare per l’elevato rischio di eventi tromboembolici e dovrebbe essere preso in considerazione una tromboprofilassi.

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