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Otto marzo

Aziende agricole a conduzione familiare calate del 2 per cento in provincia di Forlì-Cesena

A ridosso dell'8 marzo la voce di Donne in campo, Cia-Agricoltori italiani Romagna

Stefania Malavolti

8 Marzo, Donne in Campo-Cia Romagna: servono risorse per migliorare i servizi nelle aree rurali e più sostegno alla multifunzionalità, accesso al credito e alla terra

Soffrono la crisi causata dalla pandemia e, in un anno, sono calate del 2 per cento in provincia di Forlì-Cesena. Sono le aziende agricole a conduzione femminile, che nel territorio forlivese e cesenate rappresentano il 20,6 per cento del totale delle imprese attive e incidono per il 17,4 per cento sulle imprese femminili. A fine 2020 risultavano 1305 quelle attive, -2 per cento rispetto all'anno precedente. A evidenziare il quadro della situazione è Donne in campo, l’associazione al femminile di Cia-Agricoltori italiani Romagna, che sottolinea quanto queste aziende siano, in realtà, le più impegnate nella sicurezza alimentare e nel biologico, nella custodia e nella valorizzazione della biodiversità.

Le difficoltà legate all’emergenza sanitaria hanno colpito in maniera trasversale tutti i settori e i comparti, ma fra questi ce ne sono alcuni che sono in maggiore sofferenza. “

Nel settore agricolo gli agriturismi e le fattorie didattiche sono sicuramente i comparti che stanno attraversando una crisi senza precedenti, insieme alle aziende agricole i cui prodotti servono l’Horeca e la ristorazione in generaleQueste le parole di Stefania Malvolti, coordinatrice Donne in campo – Cia Romagna. È stata penalizzata anche la vendita diretta in parte a inizio emergenza sanitaria, con la confusione e i divieti che hanno colpito anche i mercati all’aperto, prima vietati poi, anche per l’azione di Cia Romagna, pian piano organizzati e riaperti rispettando le giuste regole per il contenimento della diffusione del virus.

“Ci siamo organizzati anche per la vendita online e la consegna a domicilio - spiega la Malavolti - ma questa, almeno per l’esperienza delle nostre zone, ha comportato molto impegno, si viaggia un’intera giornata e si realizza un terzo rispetto alla vendita diretta sul posto. In ogni caso il valore della consegna a domicilio (come di altri multiservizi), soprattutto per le aree interne della collina e della montagna, va oltre il soddisfacimento di un’esigenza di base come il mangiare. In particolare in questo periodo, che sta diventando lungo, fatto di assenze e distanze rappresenta un nutrimento sociale, nel rigoroso rispetto di tutte le norme anti Covid-19, specialmente per le persone che sono sole a prescindere dall’emergenza: è un modo per dire noi ci siamo”.

Come Donne in campo si chiede al nuovo Governo e al nuovo ministro per le politiche agricole Stefano Patuanelli che l’impegno multifunzionale delle imprese agricole sia premiato e incentivato con risorse ad hoc, perché fornisce ai cittadini e alle comunità un servizio fondamentale. Pensiamo alle fattorie sociali e didattiche, agli agri-asili, agli agriturismi, che offrono conoscenza, inclusione e integrazione, turismo e benessere. Serve rafforzare gli strumenti di accesso al credito e favorire l’accesso alla terra da parte delle donne a tutte le età. Servono investimenti per il miglioramento e lo sviluppo dei servizi sociali e digitali nelle aree ruralipresidi territoriali sociosanitari per una rete di assistenza diffusa, asili, scuole, banda larga diffusa. Elementi che favoriscono la crescita dell’imprenditoria femminile, aiutando le donne nel lavoro di cura e sostegno alla famiglia, per poter strutturare le proprie aziende e creare valore aggiunto per il territorio. Attenzione all’ambiente, alla biodiversità, cura e manutenzione del paesaggio, del benessere animale, è l’impegno che agricoltori e allevatori mettono nel loro lavoro ogni giorno, donne e uomini, consapevoli dei nuovi obiettivi green dell’Unione Europea, consapevoli che in questa regione tanto si è fatto e si sta facendo. Tutto questo volto a rafforzare il sistema produttivo italiano, produrre materiali sostenibili, creare nuova occupazione femminile e giovanile.

Imprese agricole femminili attive in Romagna al 31.12.2020 (Fonte: Unioncamere, Camera di commercio di Ravenna, Camera di commercio della Romagna, rielaborazione Cia Romagna)

In Romagna, comprendendo le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, al 31.12.2020 le imprese femminili attive erano 22.153 e hanno segnato una contrazione media di circa lo 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Le imprese agricole femminili attive erano 2.860 e hanno registrato, rispetto allo stesso periodo del 2019, un calo medio di circa il 2,3%. Il totale delle imprese attive (femminili e non, agricole e non) in Romagna era di 104.459 (-0,8% in media rispetto al 2019). Le agricole attive (femminili e non) erano 15.440 (-1,8% in media rispetto al 2019). A livello regionale le agricole femminili attive hanno avuto un calo del -1,9% e a livello nazionale del -1,2%.

Provincia Forlì-Cesena - Le imprese femminili rappresentano il 20,7% del totale delle imprese attive.

Le agricole femminili incidono per il 17,4% sulle imprese femminili e per il 20,6% sul totale delle imprese. Erano 1.305 (-2% rispetto al 31.12.2019).

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