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Coronavirus Covid-19: Protezione civile, “registrati 627 morti in più, ma anche 689 nuovi guariti. Attualmente positive 37.860 persone”

L’alta mortalità che si sta registrando in Italia – con i 627 decessi delle ultime 24 ore arriviamo a 4.032 – è legata all’età media della popolazione e alla presenza di malattie. Lo ha spiegato stasera Roberto Bernabei, docente di Geriatria all’Università Cattolica di Roma

Foto Siciliani-Gennari/SIR

“Oggi registriamo 689 guariti in più, per un totale di 5.129 persone. Oggi ci sono anche 4.670 positivi in più, quindi attualmente sono positivi 37.860, di questi 19.185 si trovano in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi, mentre 2.655 sono in terapia intensiva, il 7% del totale. Purtroppo abbiamo anche 627 nuovi deceduti”. Lo ha detto stasera Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, nella conferenza stampa serale, a Roma, per fare il punto della situazione sull’emergenza legata al Coronavirus.

Dall’inizio dell’epidemia sono 47.021 le persone che si sono contagiate. “Oggi – ha aggiunto – un paziente è stato trasferito da una regione all’altra grazie al sistema della Cross, quindi in tutto sono 60”. Il capo della Protezione civile ha anche annunciato di aver firmato una ordinanza che consente il pagamento anticipato delle pensioni, che da ora saranno corrisposte a partire dal 26 marzo e nei giorni a seguire. “Stiamo lavorando con il ministro Boccia per una task force di 300 medici a sostegno delle Regioni, credo che entro stasera daremo corso a questa task force”, ha anticipato Borrelli, che ha anche messo in guardia da alcune fake news, che stanno circolando.

L’alta mortalità che si sta registrando in Italia – con i 627 decessi delle ultime 24 ore arriviamo a 4.032 – è legata all’età media della popolazione e alla presenza di malattie. Lo ha spiegato stasera Roberto Bernabei, docente di Geriatria all’Università Cattolica di Roma e presidente di Italia Longeva, intervenendo alla conferenza stampa serale per fare il punto della situazione sull’emergenza Coronavirus. Richiamandosi all’indagine avviata dall’Istituto superiore di sanità, con l’analisi delle cartelle cliniche dei primi 355 deceduti, Bernabei ha ricordato che “solo 3 deceduti (0,8%) non avevano patologie concomitanti. Gli altri avevano una (25%), due (25%) o 3 (48%) patologie”. “Il fattore di rischio vero – ha spiegato il professore – non è solo l’età geriatrica, ma anche patologie concomitanti come ipertensione, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale e diabete, che portano a una maggiore aggressività del virus che trova così un terreno fertile”. Secondo il geriatra, “questo spiega anche l’eccesso di mortalità in Italia: noi siamo il Paese più vecchio del mondo insieme al Giappone. Ricordiamo che l’età media di infettati è 63 in Italia e 46 in Cina, quindi è chiaro perché in Cina è stata inferiore la mortalità. Anche in Italia si attesta a meno del 10% la mortalità per chi ha sotto i 60 anni”.

Fonte: Sir
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