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Coronavirus. Test sierologici, presentato il Piano della Regione

Oggi il via libera della Giunta, con l'intesa delle associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale. No al fai da te, per i privati cittadini necessaria la prescrizione del medico di base. Aumentano i laboratori autorizzati

Uno dei test promossi dalla Regione

Pronto il piano regionale sui test sierologici. Oggi il via libera dalla Giunta, dopo il confronto con le associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale. L'annuncio è stato dato nel pomeriggio, in videoconferenza stampa, dall'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini.

Confermato il no al "fai da te" per i privati cittadini, che potranno sottoporsi al test solo con prescrizione medica e a pagamento. A carico del sistema sanitario rimane il costo dell’eventuale tampone di verifica di positività.

Solo il medico di fiducia può valutare l’appropriatezza dell’esame - che deve essere richiesto dal paziente senza presentarsi in ambulatorio, ma telefonicamente - e decidere l’effettiva necessità di effettuare il test e il momento opportuno, rilasciando la ricetta bianca. In questo caso il cittadino entrerà in un percorso strettamente regolato e controllato dal sistema sanitario pubblico, a tutela e garanzia della sicurezza. Se il test sarà positivo, scatterà da subito l’isolamento precauzionale, in attesa dell’effettuazione del tampone oro-faringeo di verifica, a cura del Servizio sanitario regionale.

Viene prevista entro fine mese l’implementazione dei laboratori privati autorizzati dalla Regione, attualmente 40, con l’autorizzazione a operare per tutte le strutture valutate positivamente, al fine di garantire la prosecuzione delle campagne di screening di massa volute dalla Regione.  

Dalla Regione è stato indicato un costo di riferimento medio di 25 euro per tutte le tipologie di test effettuati (rapido, standard IgC e standard IgM). Su questo la Regione si impegna ad assicurare un monitoraggio costante per individuare e denunciare eventuali episodi e andamenti speculativi.

Per quanto riguarda le imprese, il Piano conferma la massima semplificazione burocratica. I datori di lavoro che volontariamente decidono di effettuare lo screening sierologico sui propri dipendenti (a oggi 600 le aziende che hanno fatto richiesta), devono solo comunicare alla Regione l’avvio del programma, indicando il laboratorio scelto tra quelli autorizzati (la lista è costantemente aggiornata a questo indirizzo: http://salute.regione.emilia-romagna.it/tutto-sul-coronavirus/test-sierologici/faq ). In questo caso, considerando la volontarietà dei programmi di screening nell’esercizio della loro responsabilità d’impresa, nonché a supporto del riavvio delle attività, i datori di lavoro si fanno carico di tutti i costi.

Sotto il profilo tecnico, il Piano stabilisce che la verifica dello stato immunitario possa essere condotta con una sola delle due tipologie presenti, test sierologico rapido (pungidito) o test sierologico standard (con prelievo venoso), senza la necessità di conferma con secondo test.

“Partiamo da un punto fermo - ha sottolineato in videoconferenza stampa Donini -. Il tampone naso-faringeo è il solo e unico strumento che assicura la diagnosi. A oggi in Emilia-Romagna ne garantiamo una media di 5.000 al giorno. Puntiamo a 10.000 entro fine maggio e, in autunno, a 15-20.000. Entro giugno pensiamo di arrivare ad almeno 500 mila persone. Tre volte tanto a fine estate".

"Molto diversa l’utilità dei test sierologici, che assicurano un’indagine epidemiologica di massa utile a capire la diffusione del virus e che, prima regione in Italia, abbiamo deciso di utilizzare per screening sulla popolazione”, ha aggiunto l'assessore.

In videoconferenza stampa Donini ha fatto il punto sulla campagna di screening condotta in Emilia-Romagna. Con oltre 87mila test sierologici è finito il primo giro sul personale sociosanitario dei centri residenziali e semiresidenziali (compresi i centri diurni per disabili) e per le categorie a rischio (Forze dell’ordine, Vigili del fuoco, volontari, Polizia penitenziaria...), a cui ne seguiranno altri due a 15 giorni di distanza. 

Sul totale dei test effettuati, il 5,2% è risultato positivo agli IgG, il 2,9% agli IgM e il 2,1% ad entrambi gli anticorpi. Il successivo tampone ha confermato la positività al 45% di chi era risultato positivo agli IgG (2010 persone), al 45% che era risultato positivo agli IgM (1.147 persone) e al 61% di chi era risultato positivo ad entrambi gli anticorpi (1.105 persone). 

Scendendo nel dettaglio, tra i 52.249 test effettuati sul personale sociosanitario, il 5,5% (2.873 persone) è risultato positivo agli IgG, il 3,2% (1.655 persone) agli IgM e il 2,2% (1.163 persone) ad entrambi gli anticorpi.

Il successivo tampone ha confermato la positività al 44% di chi era risultato positivo agli IgG (1.267 persone), al 43% di chi era risultato positivo agli IgM (704 persone) e al 60% (696 persone) di chi era risultato positivo ad entrambi gli anticorpi. 

Infine, relativamente alle categorie a rischio, tra i 34.967 test effettuati, 1.627 persone (4,7%) è risultata positiva agli IgG, 895 (2,6%) agli IgM e 637 (1,8%) ad entrambi gli anticorpi. Il successivo tampone ha confermato la positività al 46% (743 persone) di chi era risultato positivo agli IgG, 49% (443 persone) di chi era risultato positivo agli IgM e il 64% (409 persone) di chi era risultato positivo ad entrambi gli anticorpi.

Da questa settimana partirà lo screening con test sierologico (circa 100mila test, effettuati solo nei laboratori pubblici) sulle popolazioni delle aree più colpite, a iniziare dalla provincia di Piacenza, e a seguire Rimini e il comune di Medicina.

I risultati dei test sierologici, sia sui privati cittadini che sui dipendenti di aziende, sono trasmessi direttamente dal laboratorio al Servizio di Igiene pubblica e caricati sul sistema Sole e sul Fascicolo sanitario.

Perché non si è iniziato prima?, è stato chiesto all'assessore regionale. "Ripeto, siamo la prima regione in Italia che fa questo screening - ha risposto Donini -. Da molte regioni ci chiamano. Arriveremo in breve al 10 per cento della popolazione. Da un lato non vorremmo avere false rappresentazioni della realtà e dall'altro occorre dire che le capacità del sistema non ha potenzialità infinite". 

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