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Abusi, monsignor Ghizzoni: “Dalla parte delle vittime, sempre”. L’ascolto di queste esperienze è cruciale per la Chiesa
"La loro testimonianza - dice l'arcivescovo di Ravenna - diventa la più forte motivazione per reagire e impostare nuovi atteggiamenti di tutela e di cura per i bambini per i ragazzi”
“Dalla parte delle vittime, sempre”. L‘arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni ribadisce la linea della Chiesa in tema di abusi. In un’ampia intervista sull’edizione odierna del quotidiano Avvenire, l’arcivescovo che è presidente del Servizio nazionale Tutela minori e persone vulnerabili fa il punto sul lavoro compiuto dalla Conferenza episcopale italiana e dalle diocesi a cinque anni dall’istituzione del Servizio.
Negli ultimi anni, spiega ad Avvenire, “sono sorti oltre un centinaio di centri d’ascolto, diocesani o interdiocesani, per dare informazioni e accogliere chi voleva fare segnalazioni o denunce, che coprono praticamente tutto il territorio. I responsabili sono in prevalenza laici e donne, con competenze specifiche”.
Il principio di base sperimentato in questi anni è che “più si fa formazione, più aumenta la sensibilizzazione ed emergono casi nuovi o antichi. Sostenere e potenziare questa rete è il nostro primo compito, d’accordo coi vescovi. Con loro, infatti, in quasi tutte le assemblee generali abbiamo riaffermato le scelte e le azioni di prevenzione per la tutela dei piccoli e dei ragazzi che sono il bene più prezioso che ci è affidato, in collaborazione con le parrocchie, le associazioni e i movimenti e naturalmente con le famiglie”.
L’arcivescovo Lorenzo parla poi dell’esperienza di ascolto delle vittime di abusi e di quanto è essenziale per la Chiesa: “Gli incontri con le vittime, fin dalla prima volta nel lontano 1985, e ancora adesso nell’incontro voluto dalla presidenza della Cei qualche giorno fa, mi hanno sempre scosso e lasciato una traccia di dolore e di indignazione – racconta - col desiderio di reagire in ogni modo possibile. Non sempre è stato facile. Nell’ultimo incontro abbiamo visto anche il riflesso sui familiari e la loro sofferenza nel prendere atto della umiliazione e della ferita subita dai figli. Credo che dovremmo fare tutti noi operatori pastorali (vescovi, preti, religiosi e laici educatori…) un'esperienza di ascolto e di condivisione con queste persone, nei modi possibili e sempre tutelando la riservatezza. Non si possono più dimenticare. E la loro testimonianza diventa la più forte motivazione per reagire e impostare nuovi atteggiamenti di tutela e di cura per i bambini per i ragazzi”.
L’intervista integrate ad Avvenire si può leggere a questo link: https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/abusi-con-le-vittime-sempre-l-arcivescovo-ghizz
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