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Papa Francesco ai neocatecumenali: no a “proselitismo”, “portate atmosfera familiare in luoghi desolati e privi di affetto”
Oggi dal Papa, a Tor Vergata per i cinquant'anni del Cammino, anche monsignor Jaime Villarroel Rodríguez, vescovo di Carupano (Venezuela), che nei prossimi giorni farà tappa a Cesena-Sarsina.
“Gesù risorto dice: ‘Fate discepoli’. Non dice: conquistate, occupate, ma ‘fate discepoli’, cioè condividete con gli altri il dono che avete ricevuto, l’incontro d’amore che vi ha cambiato la vita”.
Con queste parole il Papa, nel suo discorso ai 150mila rappresentanti del Cammino Neocatecumenale convenuti a Roma, nella spianata di Tor Vergata, per il loro 50esimo anniversario ha descritto il “cuore della missione”, che consiste nel “testimoniare che Dio ci ama e che con lui è possibile l’amore vero, quello che porta a donare la vita ovunque, in famiglia, al lavoro, da consacrati e da sposati”.
Missione, ha proseguito Francesco, “è tornare discepoli con i nuovi discepoli di Gesù. È riscoprirsi parte di una Chiesa discepola”, perché “la Chiesa è maestra, ma non può essere maestra se prima non è discepola, così come non può esser madre se prima non è figlia. Ecco la nostra Madre: una Chiesa umile, figlia del Padre e discepola del Maestro, felice di essere sorella dell’umanità”.
“Questa dinamica del discepolato – il discepolo che fa discepoli – è totalmente diversa dalla dinamica del proselitismo”, ha puntualizzato il Papa: “Qui sta la forza dell’annuncio, perché il mondo creda. Non contano gli argomenti che convincono, ma la vita che attrae; non la capacità di imporsi, ma il coraggio di servire”. “E voi avete nel vostro ‘dna’ questa vocazione ad annunciare vivendo in famiglia, sull’esempio della Santa Famiglia: in umiltà, semplicità e lode”, l’omaggio di Francesco al carisma del Cammino fondato da Kiko Arguello: “Portate quest’atmosfera familiare in tanti luoghi desolati e privi di affetto. Fatevi riconoscere come gli amici di Gesù. Tutti chiamate amici e di tutti siate amici”.
“Come i genitori, che non vedono prima di tutto i difetti e le mancanze dei figli, ma i figli stessi, e in questa luce accolgono i loro problemi e le loro difficoltà - ha proseguito Francesco - così fanno i missionari con i popoli amati da Dio. Non mettono in prima fila gli aspetti negativi e le cose da cambiare, ma ‘vedono col cuore’, con uno sguardo che apprezza, un approccio che rispetta, una fiducia che pazienta”. “Andate così in missione, pensando di giocare in casa”, il mandato: “Perché il Signore è di casa presso ciascun popolo e il suo Spirito ha già seminato prima del vostro arrivo. E pensando al nostro Padre, che tanto ama il mondo, siate appassionati di umanità, collaboratori della gioia di tutti, autorevoli perché prossimi, ascoltabili perché vicini. Amate le culture e le tradizioni dei popoli, senza applicare modelli prestabiliti. Non partite dalle teorie e dagli schemi, ma dalle situazioni concrete: sarà così lo Spirito a plasmare l’annuncio secondo i suoi tempi e i suoi modi. E la Chiesa crescerà a sua immagine: unita nella diversità dei popoli, dei doni e dei carismi”. “Il vostro carisma è un grande dono di Dio per la Chiesa del nostro tempo”, ha concluso il Papa: “Ringraziamo il Signore per questi cinquant’anni. E guardando alla sua amorevole fedeltà, non perdete mai la fiducia: gli vi custodirà, spronandovi al tempo stesso ad andare, come discepoli amati, verso tutti i popoli, con umile semplicità. Vi accompagno e vi incoraggio: andate avanti!”.
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Fra le persone vicine al Cammino Neocatecumenale incontrate oggi dal Papa anche monsignor Jaime Villarroel Rodríguez, vescovo di Carupano (Venezuela), che nei prossimi giorni, dal 7 all'11 maggio, farà tappa a Cesena-Sarsina.
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