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Gianmaria Simonetti (Rete EcoOne) sul clima: "Non bastano i proclami, occorre una conversione"

"L’uomo è la causa del cambiamento climatico", ma l’uomo può essere anche la soluzione

Un'immagine dell'incontro di ieri sera in seminario

Ieri, lunedì 16 ottobre, si è svolto il secondo incontro dei seminari di studio dal titolo “Il vero, il giusto e il bello per l’uomo di oggi”, organizzati dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali, dalla Caritas con la collaborazione dell’Ufficio Catechistico e dell’Azione cattolica. Il tema della serata che ha visto come relatore Gianmaria Simonetti, membro della Rete EcoOne e animatore Laudato si’ di Parma, è stato “Uno sguardo al Creato: esserne custodi, per essere pastori”.

Il relatore ha esordito mettendo in evidenza come la recente Esortazione apostolica Laudate Deum si aggancia benissimo, proprio nel suo incipit, allo sguardo sulla nostra realtà. «Ne parlo sottovoce, ma voi avete vissuto da vicino in maniera devastante quelli che sono gli effetti del cambiamento climatico». Il Papa non usa mezzi termini per affermare che otto anni dopo la pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’ non ci sono state sufficienti reazioni «poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura». «L’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie». «Cosa significa crisi climatica?», è la domanda posta da Simonetti, dal momento che qualcuno sembra avere idee confuse. Il relatore ha spiegato in termini tecnici la differenza fra clima e meteo e quanto successo in occasione dell’alluvione del maggio scorso quando sono saltati tutti i parametri storici che servono come criteri di progettazione. «Cosa si può fare perché non capiti ancora?» è la domanda che si è posto Simonetti fornendosi poi la risposta: «occorre cambiare logica: siamo troppo abituati a parlare di emergenze senza investire nella prevenzione, nella pianificazione territoriale nella delocalizzazione».

«Quale creato?». Per una risposta di speranza ci aiutano la Laudato si’ e la Laudate Deum che ci parlano anche di un valore intrinseco della natura incontaminata.

«A livello scientifico si parla di sesta estinzione di massa per causa nostra», ha affermato il relatore e, citando la Laudate Deum, «in questo cammino di saggezza, non è irrilevante per noi che parecchie specie stiano scomparendo e che la crisi climatica stia mettendo in pericolo la vita di tanti esseri». C’è un progetto, però, sotto la natura, bisogna avere gli occhi per contemplare questo Mistero presente «nella foglia, nella rugiada, ma soprattutto nel volto del povero». Oltre queste sfaccettature positive del guardare la natura essa contiene anche sfaccettature dolorose come i rapporti di competizione, di predazione, di sopraffazione. Ci sono cose della natura che noi dobbiamo accettare così.

«Quale sguardo dobbiamo avere verso il creato?» è stata la successiva domanda guida. «Vogliamo essere protagonisti o comparse?». «Qualcuno ha detto - ha ricordato il relatore - che l’uomo è la causa del cambiamento climatico», ma l’uomo può essere anche la soluzione. In ogni caso «la natura ci parla di relazioni perché tutto è connesso». Dovremmo puntare a relazioni di qualità, costruttive sia a livello naturale che sociale. A livello di rapporti fra le persone se queste migliorano, tutta la comunità ne trae beneficio anche la natura. Ma anche viceversa, «la natura in salute ha proprietà che portano benessere alla società».

Un altro concetto molto importante che è stato sviluppato è quello di sostenibilità relazionale. La relazione è prima di tutto trascendente, con l’Assoluto. In tutte le religioni si attribuisce alla rottura della relazione tra l’uomo e Dio la causa della rottura di tutte le altre relazioni. L’uomo è parte integrante dell’ecosistema anche da un punto di vista ecologico. Ecco perché non possiamo staccare completamente l’uomo dalla natura, ma il Papa ci richiama a comprendere tutte le dimensioni non solo della natura, ma anche dell’uomo. Biocentrismo e antropocentrismo sono i due estremismi: noi vorremmo proporre una lettura dei documenti magisteriali olistica cioè che considera il tutto.

L’uomo deve essere custode. “Custodire” trova il suo significato nell’Antico Testamento: la terra l’abbiamo ereditata ma non è nostra. Noi siamo forestieri e ospiti. La terra è di Dio quindi l’uomo deve rispettare la natura e gli equilibri. “Custodire” significa proteggere, migliorare, non devastare, non inquinare. Il Creato è sacro perché è fatto per amore da Dio per cui noi dobbiamo avere lo stesso sguardo d’amore di Dio. Accompagnare la natura va oltre il prendersi cura che può avvenire in tanti modi.

Occorre saper cambiare le proprie abitudini. «Cosa serve per cambiare lo stile di vita?». Il Papa parla di conversione ecologica. Serve «una scintilla per indurci a una inversione, a un cambio di mentalità che fa leva sulle nostre radici valoriali più profonde», ha affermato il relatore.

Le soluzioni più efficaci vengono dalle strutture internazionali, a cui il Papa si rivolge direttamente anche nella Laudate Deum, o da esperienze che possono dare speranza come l’economia civile, the economy of Francesco, ma anche da scelte singole che possiamo compiere nella nostra quotidianità. Fra i due livelli estremi però c’è un livello intermedio che consiste nel prenderci un obiettivo e portarlo avanti insieme, come comunità.

Contemporaneamente è necessario rispondere al grido dei poveri che è estremamente correlato a tutto ciò.

L’ultima parte dell’intervento è stato rivolto alla parola «pastore». L’immagine guida è quella del “buon pastore” che va verso le pecore. Esse non devono essere viste come qualcosa di inferiore, ma come qualcosa che sta su un piedistallo. «Per servire bisogna avere un padrone e i poveri sono i nostri padroni».

«Cosa lega l’essere custodi con l’essere pastori?». Certamente l’esercizio della cura, conoscere le persone, sviluppare la resilienza. «L’ecologia integrale è come una rosa con tanti petali - ha concluso il relatore – che concorrono tutti a una unità, a una idea unitaria del mondo e della persona». Solo con questo approccio unitario possiamo pensare di risolvere la crisi che non è solo ambientale, ma relazionale, di rapporti con Dio, con le persone e con la natura. Non bastano i proclami, le grida, occorre una conversione interiore.

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Gianmaria Simonetti (Rete EcoOne) sul clima: "Non bastano i proclami, occorre una conversione"
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