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Chiude la comunità benedettina

Il monastero dello Spirito Santo affidato alla Piccola Famiglia della Resurrezione

Ieri pomeriggio il vescovo Douglas ha presieduto la Messa di saluto alla comunità di suore benedettine che dal 1992 animava l'edificio a poca distanza dalla Basilica del Monte. A conclusione della celebrazione, l'annuncio

monastero dello Spirito Santo, giovedì 17 agosto - foto Pier Giorgio Marini

Il monastero dello Spirito Santo sarà affidato alla Piccola Famiglia della Resurrezione. Lo ha detto il vescovo Douglas ieri pomeriggio a conclusione della celebrazione di saluto alla comunità di suore benedettine (quattro le monache che a oggi animano il monastero) che lasciano la città di Cesena. “È un giorno di mestizia, ma anche di speranza: di continuare questa presenza in modo diverso con la preghiera, la contemplazione e la testimonianza della Chiesa tutta”, ha specificato il vescovo Douglas a conclusione della celebrazione.

L’edificio in via Celincordia 185, progettato a Cesena dall’architetto Ilario Fioravanti a poca distanza dal monastero di Santa Maria del Monte, verrà presto abitato dai monaci e dalle monache della Piccola Famiglia della Resurrezione, guidati da padre Lorenzo Buda e da madre Vera Anastasia Panzavolta. In seguito agli eventi franosi del maggio scorso, i membri professi della comunità sono temporaneamente impossibilitati a vivere nel monastero di Linaro di Mercato Saraceno, che rimane comunque la sede della comunità monastica.

 

Riportiamo di seguito un ampio stralcio di cronaca e storia letta da don Marco Muratori ieri durante la Messa di saluto alle suore benedettine. Nel 1992 lui era seminarista e l’allora trasferimento nel nuovo monastero fu oggetto della tesi di Baccalaureato di don Marco.

“ (…) Nel vecchio monastero le monache iniziarono a pensare al trasloco. Non fu certo cosa facile: si doveva traslocare secoli di storia accumulate dalle religiose. Il sospirato esodo 28 settembre 1992 alle 15,30, quando tutta la comunità si ritrovò nel coro per cantare l’Ora Nona: momento di ringraziamento per gli anni di vita all’interno del chiostro e per ringraziare il Signore per il dono del nuovo monastero, le monache intonarono il Te Deum.

Finito il canto le monache iniziarono ad abbandonare il monastero per recarsi verso la basilica del Monte. Per alcune, andando con la mente agli anni di gioia e di dolore vissuti in quel luogo, non fu facile trattenere le lacrime. Arrivate al Monte le monache vennero accolte numerosi fedeli venuti per la circostanza e parteciparono alla Messa presieduta dall’abate padre Desiderio Mastronicola.

Terminata la funzione, iniziava la cerimonia di ingresso nel nuovo monastero. Apriva la processione il seminarista Muratori, seguito da una monaca che riceve un Crocifisso. Ai lati, due monache con in mano un reliquiario contenente una reliquia di san Benedetto e della monaca madre Scolastica. Seguivano le consorelle, alcune suore, i confratelli benedettini, i frati francescani, alcuni preti, seminaristi e numerosi fedeli.

Andando a rivedere le foto di quei giorni, mi sono accorto che le monache che reggevano il crocifisso e le reliquie, erano suor Paola, suor Rosaria e suor Angelica, suore oggi qui. Tutte le altre sono in Cielo a fare festa, anche loro…

Le monache, arrivate in prossimità del nuovo monastero, vennero accolte dal suono festante delle campane. Mentre entravano nel coro, compirono l’atto di baciare lo sposo, il Crocifisso, posto al centro del coro. Vennero poi intonate le Litanie dei santi per chiedere, attraverso di loro, l’aiuto a Dio per la nuova vita che iniziava in quel monastero. Dopo il saluto del padre priore dom Placido, le monache offrirono un rinfresco nel ballatoio.

Altra data importante per questo monastero è stata il 21 novembre 1992, giornata Pro Orantibus. Il vescovo Lino Garavaglia, vescovo di Cesena-Sarsina, si recò presso il monastero dello Spirito Santo delle monache benedettine di Cesena per procedere alla solenne dedicazione della nuova chiesa in onore allo Spirito Santo. Concludevo la mia tesi di Baccalaureato (trent’anni fa) in questo modo: “Nel corso dei secoli molte monache si sono alzate nell’oscurità. E all’ombra dell’oscurità hanno pregato attendendo il giorno e illuminando le tenebre con la fiamma della loro fede. (…)

Al di là delle vicende umane e del racconto storico, la storia di questo monastero è una stupenda storia di amore, di preghiera e di sacrificio di tante monache che hanno contemplato e contemplano tuttora nel silenzio del loro cuore il loro Sposo. È l’amore che le fa pregare, lodare, cantare, servire e obbedire. Ma questa è anche una storia di fiducia: fiducia che esse sono disposte a ritornare ogni volta che vennero cacciate dal loro monastero, per riprendere in Diocesi quel posto che spettava a loro…”.

monastero Spirito Santo, saluto alla comunità benedettina - foto P. G. Marini

monastero Spirito Santo, saluto alla comunità benedettina - foto P. G. Marini

monastero Spirito Santo, saluto alla comunità benedettina - foto P. G. Marini

monastero Spirito Santo, saluto alla comunità benedettina - foto P. G. Marini

monastero Spirito Santo, saluto alla comunità benedettina - foto P. G. Marini

monastero Spirito Santo, saluto alla comunità benedettina - foto P. G. Marini

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Il monastero dello Spirito Santo affidato alla Piccola Famiglia della Resurrezione
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