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San Francesco di Sales. Il vescovo con i giornalisti: "Grato al Signore per questi 14 anni a Cesena-Sarsina"

“Grazie per la vostra presenza – ha esordito il presule – e per il vostro servizio”. L'invito a lavorare in ascolto e con il confronto. Poi la citazione del lavoro messo in campo assieme tra i settimanali diocesani di Cesena, Faenza e Ravenna. La fotogallery dell'incontro

L'incontro di questa mattina in episcopio. Foto di Pier Giorgio Marini

Vescovo Douglas a ruota libera con i giornalisti. In occasione della festa del patrono, san Francesco di Sales, come ormai da tradizione ventennale per la Diocesi (il primo nel 2006 con il vescovo Antonio Lanfranchi), monsignor Regattieri questa mattina in episcopio ha incontrato gli operatori delle comunicazioni sociali. “Grazie per la vostra presenza – ha esordito il presule – e per il vostro servizio”. Poi ha tenuto una breve riflessione sul mondo della comunicazione partendo dal discorso di papa Francesco del 26 agosto scorso durante la consegna di un premio giornalistico.

Ha messo in guardia da quattro possibili peccati. “Ve li elenco per prevenirli, non perché voi ne siate vittime. Uno è quello della disinformazione, poi la calunnia, a diffamazione e infine l’amore per lo scandalo e per le sporcizie, perché lo scandalo vende. “Voi siete lontani da questi atteggiamenti – ha tenuto a precisare il vescovo – ma ve li elenco lo stesso per non cadere in questi errori”.

In positivo, monsignor Regattieri ha segnalato due atteggiamenti, sempre a prestito dell’intervento di Bergoglio. Primo: lavorare insieme, ascoltandosi e confrontandosi. “Di sinodalità c’è bisogno in ogni ambito. Nessuno è un’isola e può pensare di potersela cavare da solo. Un’esperienza positiva in questo senso è quella dei nostri tre settimanali assieme, Cesena, Faenza e Ravenna. Il desiderio è quello di lavorare assieme, un elemento di certo costruttivo”.

Secondo: abituarsi ad ascoltarsi, a parlare, a discutere. In modo maturo. “Una grazia – ha commentato il presule – per andare avanti, anche con l’intelligenza artificiale, ma seguendo la sapienza del cuore, quella testimoniata in maniera così forte dal vostro patrono, san Francesco di Sales, che ha messo nella sua vita al centro il cuore. Invochiamo il santo perché possa proteggervi”.

In merito a quanto bolle nella pentola della Chiesa diocesana, monsignor Regattieri ha illustrato l’anno pastorale in corso, il primo di un triennio dedicato alle tre virtù teologali, fede, speranza e carità. L’anno in corso vede come tema scelto la riscoperta della bellezza dell’esperienza cristiana. “Vedo in giro tanta solitudine – ha aggiunto il vescovo – individualismo, indifferenza, anche nella vita della Chiesa e delle comunità cristiane”. Poi una citazione da san Leone Magno: “Riscopri, cristiano, la tua dignità”. Dopo la pandemia, le guerre e le numerose catastrofi in giro per il mondo, ha proseguito monsignor Regattieri, “c’è bisogno di speranza, come indicato anche dal tema del Giubileo del prossimo anno, pellegrini di speranza”. Infine una chiosa: “Non deve esistere un cristiano triste”.

Il vescovo ha ricordato anche il cammino sinodale delle Chiese in Italia. La Diocesi di Cesena-Sarsina per l’anno in corso ha scelto il tema della formazione alla fede, in linea con quello dell’anno pastorale.

Altro impegno di questo 2024 è quello di portare a termine l’anno chiaramontiano, avviato il 20 agosto scorso. Il prossimo 20 aprile si terrà un grande pellegrinaggio diocesano a Roma, sulla tomba di papa Pio VII Chiaramonti, con le Diocesi di Imola, Savona e Tivoli. “Andremo sulla sua tomba e avremo un’udienza con papa Francesco e la Messa in San Pietro. Ci aspettiamo molta gente”.

In cantiere anche la preparazione al grande Giubileo del prossimo anno, con l’apertura nella vigilia del Natale, e la seconda visita pastorale da portare a termine, con la zona Centro urbano che ha iniziato a visitare da poco. “Si tratta di un’esperienza ricca – ha detto il vescovo - per l’incontro con tante persone e con le comunità. Si tratta di un arricchimento vicendevole. Nel prossimo settembre darò conto di entrambe le visite. La prima è durata sei anni, la seconda cinque, realizzata più per unità e zone pastorali. Ho sperimentato, in queste occasioni, la dimensione dell’unità parrocchiale, l’orientamento futuro delle Chiese in Italia”.

Monsignor Regattieri, nel tracciare un bilancio dell’anno e anche dei suoi anni trascorsi a Cesena-Sarsina non si è nascosto le sofferenze. “Abbiamo il seminario vuoto – ha ricordato -. Abbiamo un bel gruppo di giovani sacerdoti, ma ora siamo in una fase di desertificazione. Abbiamo anche motivi di gioia. Il prossimo 3 marzo verranno ordinati due diaconi permanenti e il 14 aprile verrà ordinato sacerdote Altenio Benedetti”. Non è mancato un accenno alla prossima visita ad limina con papa Francesco dei vescovi dell’Emilia Romagna. Ogni pastore presenterà una voluminosa relazione con la quale si fotografa la situazione reale di ogni Diocesi. “Si tratta di una documentazione riservata che comunque si può consultare”, ha aggiunto il vescovo.

Le domande da parte dei giornalisti hanno posto subito l’accento sulle prossime dimissioni che il diritto canonico impone al compimento dei 75 anni di età. In quel caso gli scenari possibili sono: la proroga, in genere per un paio di anni, che il Pontefice chiede al vescovo mediante una lettera, oppure l’accoglimento immediato o dopo qualche tempo delle dimissioni con la nomina del successore. Oppure, terzo scenario, l’accorpamento. Non credo possa essere il nostro caso – ha precisato il vescovo – perché di solito viene fatto con Diocesi con meno di centomila abitanti, anche se è successo con Carpi che ha 120 mila abitanti. Questa è una soluzione possibile, che porta con sé tanti svantaggi. Noi e Forlì siamo Diocesi di una certa dimensione. Noi con circa 170 mila abitanti e Forlì 190 mila”.

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Foto di Pier Giorgio Marini

Sul dibattito interno alla Chiesa viste le numerose prese di posizione di papa Francesco su molti temi sensibili come quelli dell’ecologia, degli immigrati e ora della benedizione delle coppie irregolari, monsignor Regattieri ha risposto che “queste scelte non sono scontate e hanno creato un piccolo terremoto, ma ogni decisione, come ha precisato lo stesso Pontefice di recente durante la recente intervista con Fabio Fazio, porta con sé la solitudine”. Il dibattito c’è, ha detto ancora il vescovo, “non tutto viene accolto bene, ma crea discussione. Posso anche non essere d’accordo, ma mi rimetto alla decisione del Papa. C’è un consenso positivo e molto vasto per il modo con il quale papa Francesco conduce la Chiesa. Poi c’è dibattito, come in tutte le famiglie, ma sul magistero non si discute”.

Monsignor Regattieri ha portato anche qualche esempio. “Ci può stare – ha precisato – che non si possa condividere l’essere andato a omaggiare la salma dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e quella di andare a comprare gli occhiali”. D’altronde, ha aggiunto, “ricordo Paolo VI e tutte le discussioni sull’Humanae vitae. Ogni Papa, come ogni vescovo, ha le sue croci. Poi si cammina assieme sulle linee decise”.

La Chiesa perde fedeli per queste scelte? “Qualcuno si è allontanato – ha risposto monsignor Regattieri -. Anche per questo a volte il Papa si sente solo. Ma è molta di più la stima che si avverte attorno al Papa. Come al solito, tuttavia, il male fa più rumore del bene e allora sembra che ci sia una levata di scudi, ma non è così”.

In merito ala domanda circa la presenza o la dispersione dei cattolici in politica a oltre 30 anni dalla dissoluzione della Democrazia cristiana, monsignor Regattieri ha precisato: “rimpiango la Dc vedendo la dispersione. Non si è verificata una presenza significativa, come era negli auspici di quei tempi”.

Sul dopo incarico, il vescovo ha tagliato corto e ha preso l’occasione per un breve bilancio. “Farò quello che il Papa mi chiede – ha proseguito -. Prima o poi, comunque, lascerò. Sono consapevole dei miei limiti, ma posso dire che sono stati 14 anni vissuti intensamente, con grandi frutti per me. Benedico il Signore che ha offerto la possibilità di avere vissuto qui questi anni. Al termine del mandato mi dedicherò alla preghiera e alle confessioni, in particolare al Monte. Confessioni che da vescovo ho dovuto trascurare. Andrò ad abitare nell’ex canonica della chiesa dell’Osservanza”.

Sulla sempre più sparuta presenza di bambini e ragazzi alle celebrazioni domenicali, monsignor Regattieri ha detto che “dipende molto anche dalle famiglie, dai catechisti e dai sacerdoti”. Poi ha ammesso: “Fatta la diagnosi, non sappiamo quali medicine adottare. La catechesi, in genere, è molto frequentata, ma poi mi chiedo: come si fa a prepararsi alla Prima Comunione se non si va mai alla Messa? Una soluzione prospettata è quella di portare la catechesi alla domenica, anche se famiglie e catechisti spesso non sono d’accordo”. Certo è che, ha concluso il vescovo, “facciamo fatica”.

Sui trasferimenti dei preti e sulle scelte operate di volta in volta, monsignor Regattieri ha precisato che “sta nella capacità del vescovo e nel suo discernimento. Si tratta della questione più difficile da affrontare. Inoltre, va tenuto presente che poter contare su pochi preti giovani ha la sua incidenza sui ragazzi”.

Le ultime due domande hanno riguardato l’ora di religione nelle scuole e i rapporti con l’amministrazione comunale di Cesena. Sul primo punto il vescovo ha detto che l’80 per cento degli studenti che sceglie l’ora di religione è un dato “che ci soddisfa. È consolante. Abbiamo un bel corpo docente affiatato e preparato, con cinque o sei sacerdoti cui chiedo di insegnare, un fatto a mio avviso molto importante”. Sui rapporti tra Diocesi e Comune, monsignor Regattieri li ha definiti “molto buoni, cordiali, di stima reciproca, anche se partono da visioni diverse. L’intenzione, comunque, è quella di collaborare su diverse questioni, con particolare attenzione ai poveri”.

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Di seguito, la fotogallery della conferenza stampa a cura di Sandra e Urbano fotografi (Cesena).

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