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Giornata delle persone con disabilità: l'intervento della "Rete abilità diverse"

Una data istituita dall'Onu, trent'anni fa, per affermare il diritto all'inclusione

Giornata delle persone con disabilità: l'intervento della "Rete abilità diverse"

Riportiamo di seguito la nota della Rete abilità diverse di Cesena in occasione della ricorrenza odierna.

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La Giornata internazionale delle persone con disabilità è stata istituita ufficialmente nel 1992 dall’Onu per il giorno del 3 dicembre. Un anno più tardi, nel 1993, anche la Commissione europea ha scelto lo stesso giorno per la Giornata europea delle persone con disabilità.

Scopo principale di questa Giornata è l’affermazione del diritto di inclusione delle persone con disabilità, ricordando il significato di questa parola “maiuscola”, ben diverso da quello della parola integrazione. Infatti si parla di integrazione riferendosi a persone che devono essere portate a "far parte", cioè “dentro”, rispetto a una condizione di partenza che è “fuori”.

Non è certo questo lo status delle persone con disabilità, le quali fanno già parte delle nostre comunità, ci sono nate e le abbiamo viste nascere, ci hanno vissuto ed ancora ci vivono, le incontriamo tutti i giorni… per strada, nei negozi, all’ospedale, al mercato. Fanno parte del mondo in cui viviamo anche noi, non ne sono fuori, tutt’altro! Siamo dunque noi, quelli che si considerano dentro e sono considerati dentro che "li pensiamo e li consideriamo fuori".

Guardando la questione da un altro punto di vista, inclusione significa “essere considerati parte”, come afferma con forza e determinazione la Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità, proposta nel 2006 e divenuta legge nel nostro Paese nel 2009 (legge 3 marzo 2009 n. 18). Questo documento esprime l’indissolubile diritto di ogni persona con disabilità di vivere in una condizione di pari opportunità con gli altri cittadini ed impegna gli Stati a rimuovere qualsiasi ostacolo ne impedisca l’attuazione e quindi l’esigibilità.

A questo documento, che rappresenta una rivoluzione copernicana in quanto sposta la visione della disabilità dai bisogni ai diritti, fa seguito la definizione dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) che definisce le disabilità come “il risultato dell'interazione tra le persone colpite da menomazioni fisiche e psichiche, gli ostacoli posti dall'ambiente e i comportamenti degli altri che impediscono una effettiva e piena integrazione sociale sulla base di un principio di eguaglianza tra gli uomini”.  

La nostra Rete, Abilità Diverse nata all’inizio nel 2004 e della quale fanno parte Acea, Fiadda, Aism, Anffas, Apre, Aveac e Cvs, da sempre si batte contro la discriminazione.

Infatti la nostra Rete porta questo nome proprio per affermare che tutti siamo persone, ciascuna con la propria abilità, diversa e peculiare, ciascuna in grado di contribuire alla costruzione di un benessere comune a favore di tutti, ciascuna con il diritto di essere considerata dentro.

Quest’anno il nostro impegno vuole essere ancora più alto, innanzitutto perché il tema della Giornata per il 2022 è Cambiare rotta, trasformare l'istruzione e quindi riguarda soprattutto i problemi delle persone con disabilità che, anche in giovane e piccola età, frequentano la scuola. Diverse associazioni della nostra rete si occupano di persone con disabilità congenita e la loro esperienza nei percorsi scolastici in diversi casi si è presentata molto difficile e problematica. Spesso le risposte sono inferiori alle necessità, spesso i dettati di legge non vengono applicati ed a volte non sono conosciuti a dovere, non solo dalle famiglie delle persone con disabilità, ma anche dalle Istituzioni. Per fare un esempio emblematico, pur parlando da oltre 30 anni del diritto di un Progetto individuale di vita per persone gravemente disabili (ex legge 104 del febbraio 1992, poi ribadito dalla Legge 328 del 2000), ancora oggi non se ne vede una chiara e rapida applicazione.

C’è dunque un serio problema di diritto all’informazione, nei confronti del quale è assolutamente necessario il contributo di tutti per poter essere superato, in particolare dalla stampa e dai mass media, dove non di rado si preferisce dare risalto all’episodio “eroico” o addirittura scandalistico di cronaca nera, quando invece la disabilità che soffre, che combatte tutti i giorni e che vede tutti i giorni trascorrere nell’indifferenza di chi sta bene, questa disabilità quotidiana ed anonima, meriterebbe un aiuto costante dell’intera comunità nella quale vive.   

Ma c’è anche un aspetto più generale che vogliamo portare all’attenzione dell’opinione pubblica: la doppia discriminazione che subiscono le donne con disabilità. Oggi si parla spesso di “femminicidio”. I dati che si rilevano oggi mostrano un fenomeno paurosamente in aumento. Ebbene, una donna con disabilità corre rischi ancora maggiori, perché nelle sue condizioni è ancora più “obbligata” ad affidarsi al proprio partner (o anche alla propria famiglia, a sua volta ambito in cui avvengono i maltrattamenti e le sottomissioni). Non avendo la certezza del “dopo” è costretta a scegliere la sopportazione.

È questo un ulteriore ambito che chiama a raccolta la responsabilità dell’intera collettività, perché cambiare mentalità, crescere culturalmente e trasformare in rispetto azioni che oggi appaiono ignorare anche il significato di questa parola è un’impresa che non può essere affrontata dalle sole associazioni della disabilità.

Siamo consapevoli di quanto sia migliorata la condizione delle persone con disabilità in questi ultimi venti anni, senza però che, nonostante leggi e norme molto pertinenti, siano riuscite ad affermarsi nella loro esigibilità ed applicazione concreta. Molto dobbiamo ancora migliorare, perché questi due anni di pandemia ci hanno fatto regredire. Purtroppo l’attenzione verso la disabilità è diminuita, la gente è tornata a “passare oltre”, a non guardarci, come se volesse evitare di trovarsi di fronte alle nostre immagini di sofferenza. Forse perché in sofferenza si sono venuti a trovare, quasi all’improvviso, nella loro vita, nella loro famiglia.

Eppure, dalla sofferenza non si esce da soli. Noi di Abilità Diverse lo sappiamo. Siamo insieme da tanti anni e solo così abbiamo potuto superare molte difficoltà, anche quelle che ci erano sembrate troppo complesse, troppo pesanti per le nostre singole forze.

Oggi è però necessario dare vita ad un cambiamento che coinvolga l’intera collettività. Oggi è indispensabile cambiare la cultura sulla disabilità, come ci chiedono l’Oms e la Convenzione Onu.

Oggi, dopo due anni di pandemia, è il momento di riscoprire la solidarietà, la bellezza delle relazioni umane, il valore di un abbraccio che sia vicinanza e calore. Per tutti. Non perdiamo questa imperdibile opportunità.

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