Agricoltura
Uil: "Nell'uovo di Pasqua una grande gelata"
L'allarme del sindacato: "In Romagna danni ingenti su albicocche, pesche e pere"

Pubblichiamo di seguito una nota a firma di Uila Uil, sindacato dei lavori agroalimentari, sulle gelate di Pasqua.
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Il gelo mette ko la frutticoltura emiliano-romagnola e speriamo non ci siano conseguenze per i braccianti. In Romagna danni ingenti su albicocche, pesche e pere.
Come si temeva la grande gelata è arrivata sconvolgendo i piani e il futuro di molte aziende agricole. Addirittura nel Cesenate una copiosa grandinata caduta tra le 4 e le 5 del giorno di Pasqua ha imbiancato, come avesse nevicato, vaste aree del territorio anche a vocazione agricola.
Le temperature nei giorni precedenti la Pasqua erano scese sotto le zero per poi continuare anche su -2 gradi centigradi in alcune zone mentre in alcuni areali si sono registrati anche -6 gradi centigradi.
Nelle campagne del Ravennate i danni sono stati ingenti e alcune colture sono state completamente "bruciate" dal gelo.
Nonostante molte aziende abbiano attivato i sistemi antibrina per la difesa delle piante, il gelo ha colpito i fiori e frutticini ma secondo i tecnici agrari di importanti cooperative appare ancora prematuro fare una stima dei danni. Un settore duramente colpito che porterà conseguenze al rialzo sui prezzi per i consumatori e speriamo siano limitati i danni sull’occupazione dei braccianti per la mancanza di produzione.
Ogni anno in questo periodo la stessa storia, il clima impazzito sta mettendo a dura prova la tenuta del lavoro agricolo con conseguenze pesanti sul reddito di agricoltori e braccianti. Il drastico calo della superficie agricola coltivata in Emilia-Romagna passata da 19.000 ettari a 15.000 ne è la conferma più triste.
Si urla che mancano i lavoratori nelle campagne, che le aziende non trovano braccianti per la raccolta ma come può una famiglia investire il proprio futuro in un lavoro a rischio? Non ci sono tutele sociali, assicurazioni o cassa integrazione e l’esodo verso altri settori è in costante aumento anche di figure altamente professionalizzate. I braccianti stanno abbandonando l’agricoltura perché guadagnano poco e sono privi di ogni tutela.
La Uila da tempo rivendica l’istituzione di ammortizzatori sociali per quei lavoratori che perdono le giornate di lavoro a causa di fenomeni endogeni quali sono le calamità naturali e le crisi di prodotto e di mercato. Un bracciante che perde lavoro a causa di grandinate, gelate, insetti nocivi, di cosa può vivere? In caso di perdita di giorni di lavoro non si guadagna lo stipendio e non si mettono da parte i contributi pensionistici e nemmeno la tutela sanitaria che per i braccianti scatta con un minimo di 51 giornate. Ecco perché più nessuno vuole andare a lavorare in agricoltura figuriamoci i giovani.
La Uila rivendica con forza a tutte le parti (associazioni agricole , parti sociali e istituzioni) che il rilancio del settore agricolo e la tenuta dello stesso passa anche e soprattutto attraverso l’istituzione di tutele certe.
Alessandro Scarponi, segretario Uila Cesena
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