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Testimonianza

"Una bellezza che ci appartiene"

Le riflessioni del gruppo famiglie di Cannucceto

Gruppo famiglie di Cannucceto

Inizia un nuovo anno pastorale e anche il gruppo famiglie di Cannucceto riprende il suo percorso.

Abbiamo preso spunto dalla lettera del vescovo per ragionare sulla bellezza della vita cristiana sotto diverse sfumature. Per prima cosa ci siamo interrogati se sia possibile dare una definizione di bellezza, in quanto siamo abituati ad attribuirle un valore soggettivo. Alcune opere d’arte, possono suscitare un consenso unanime come ad esempio una scultura di Michelangelo o un dipinto di Van Gogh, mentre altre possono avere una interpretazione più divisiva. Ma può esistere una definizione di bellezza che accontenti tutti?

La bellezza è sicuramente qualcosa che colpisce prima di tutto i nostri sensi, ma poi finisce per smuovere qualcosa dentro di noi, quasi come una finestra aperta che fa entrare aria fresca in una stanza chiusa. Ci dà un senso di leggerezza, di pace, di apertura verso il mondo e le persone.

Possiamo quasi spingerci a dire che la bellezza, in virtù dell’attrazione che esercita, ha in sé una chiamata verso qualcosa o Qualcuno, che ci permette di dare pienezza alla nostra vita, di muoverci incontro agli altri, tracciando nuovi sentieri di incontro. Senza bellezza, vivremmo in una sorta di anestesia del vivere, asfissiati, arenati nella nostra esistenza.

Ma ha ancora senso parlare oggi di bellezza? Abbiamo occhi pieni di immagini devastanti: il cambiamento climatico, l’inquinamento, le guerre... dov’è finita la bellezza?

Un noto teologo, padre Ermes Ronchi, dice che la bellezza non finirà mai: "Il mondo non finirà nel fuoco, ma nella bellezza “e vidi la città santa - la nuova umanità - scendere dal cielo bella come una sposa. Tutta la vicenda umana è chiusa fra due giardini: l’Eden all’inizio e il paradiso (che in lingua medio-iranico significa giardino) alla fine. Un’avventura fra due giardini, posta sotto il segno della bellezza e della gratuità".

Il cardinale José Tolentino Mendonça ci indica la strada per ritrovare la bellezza:

"La vita è estasi, movimento, desiderio di unirsi all’oggetto dell’amore. Si consuma per una passione che germogli da una bellezza capace di illuminarci. Eppure, apparteniamo a un tempo e a una cultura che sembrano aver rinunciato alla bellezza. Per riscoprirla dovremo probabilmente abbracciare il silenzio e la lentezza dei cammini meno frequentati".

Dio è bellezza, noi come suoi figli, dobbiamo risplendere della sua bellezza.

Buon cammino.                                                                                 

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