Editoriale
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Le meraviglie del Creato

Natura spettacolo, continua

O si comprende che quanto ci circonda appartiene a tutti ed è un bene di un valore incommensurabile affidato alla nostra custodia, oppure con difficoltà si riuscirà a imporre comportamenti non avvertiti come necessari. Una sana consapevolezza può venire proprio dall’apprezzare e potenziare ciò che si ha a disposizione, come appunto stiamo cercando di fare intendere da tempo.

Natura spettacolo, continua

Una piazza al centro del dibattito locale. Anche giustamente, si può dire senza timore di essere sconfessati. Può bastare? Se lo chiede più di uno e ce lo chiediamo anche noi. È mai possibile che a Cesena e dintorni ci si debba interessare solo, o quasi (e non è poco, ribadisco) del futuro di piazza della Libertà? È verissimo, attorno a quel luogo si è ormai fatto il deserto, tuttavia potrebbe essere il caso di guardare anche un po’ oltre.

È quello che stiamo tentando da tempo su queste colonne. Ora torniamo in argomento con rinnovato slancio. Lo strano e per certi versi bellissimo autunno che stiamo vivendo riesce a farci gettare la vista fuori dalle mura cittadine e a puntarla su quanto di straordinariamente affascinante ci circonda.

Le tiepidi temperature delle ultime settimane invitano a uscire. Allora non si può fare a meno di alzare gli occhi e di apprezzare quanto il Creato propone in maniera così dirompente.

Siamo partiti lo scorso 30 marzo con una sorta di campagna sul territorio dal titolo “Natura spettacolo”. Tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio naturale che abbiamo a disposizione. Una ricchezza posta nelle nostre mani dalla quale farci conquistare. E allora perché, invece di sfruttare senza riguardi le risorse della natura, non farne un elemento di prosperità, di crescita, di valore per tutti?

Perché non incoraggiare gite, visite guidate, percorsi ad hoc per conoscere, amare e apprezzare ciò che già abbiamo e del quale spesso non ci rendiamo conto?
Per agire occorre prendere coscienza. Dei cambiamenti climatici ha parlato anche papa Francesco lunedì scorso nel suo intervento alla Fao (cfr pag. 17 edizione cartacea). Ha detto che fame e migrazioni derivano da due ostacoli principali da superare: i conflitti e i cambiamenti climatici. E rispetto a questi ultimi ha aggiunto che “ne vediamo tutti i giorni le conseguenze”.

La diga di Ridracoli è a livelli preoccupanti, vista la perdurante siccità, dopo un’estate torrida. Che fare, dunque? “Non possiamo rassegnarci – ha aggiunto Bergoglio alla Fao – a dire ‘ci penserà qualcun altro’. Siamo chiamati a proporre un cambiamento negli stili di vita”. Se dipende da noi, non possiamo fare finta di non sapere.
O si comprende che quanto ci circonda appartiene a tutti ed è un bene di un valore incommensurabile affidato alla nostra custodia, oppure con difficoltà si riuscirà a imporre comportamenti non avvertiti come necessari. Una sana consapevolezza può venire proprio dall’apprezzare e potenziare ciò che si ha a disposizione, come appunto stiamo cercando di fare intendere da tempo.

Quindi, natura spettacolo, continua.

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