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Elezioni 2024

Voto a specchio

Il dato che emerge è quello delle donne. Alle elezioni europee di sabato e domenica scorsi, in Italia hanno trionfato Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Su sponde diverse hanno ottenuto nette affermazioni

Voto a specchio

Il dato che emerge è quello delle donne. Alle elezioni europee di sabato e domenica scorsi, in Italia hanno trionfato Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Su sponde diverse hanno ottenuto nette affermazioni.

La politica si è polarizzata, come avviene da diverso tempo e gli schieramenti si fanno più compatti attorno a un partito più forte che calamita consensi. Per la prima volta in Italia i non votanti hanno superato coloro che si sono recati alle urne. L’astensionismo cresce di tornata in tornata. Un fatto allarmante che deve fare riflettere e riguarda tutte le aree del Paese, anche se nel sud e nelle isole assume dimensioni ancora più acute, con frequenze sotto il 40 per cento (cfr pag. 10 edizione cartacea).

La compagine guidata dalla presidente del Consiglio Meloni raggiunge il suo massimo al 28,80 per cento. Capita alla leader di Fratelli d’Italia quello che era già successo a diversi suoi predecessori. Dopo l’avvio di un nuovo esecutivo, il boom di consensi entro un biennio, alle consultazioni europee. Poi, per gli altri, si avviò la parabola discendente.

Succederà anche in questo caso? Per ora notiamo i voti raccolti dalla premier: in totale si tratta di sei milioni e 600 mila voti, l’11 per cento della popolazione italiana. Cifre modeste in valore assoluto che dicono di quanto sia reale e diffuso il consenso. Dalla parte opposta il Pd raccoglie un risultato insperato alla vigilia, attestandosi al 24,03 per cento. Raccoglie i delusi dal movimento Cinque stelle e serra le fila a sinistra dove si afferma un nuovo raggruppamento (Avs) con il 6,66 per cento. Non raccolgono seggi al centro né Renzi né Calenda, divisi su dispute personali in un’area di elettorato che ha premiato gli ex di Berlusconi.

Molti elettori utilizzano le elezioni europee per saggiare gli umori nazionali. Così pare sia accaduto anche questa volta, visti i risultati delle amministrative, in tanti casi poco in linea con i consensi continentali. I temi dell’Unione rimangono al palo. Non sono entrati nel dibattito politico e non sono noti ai più. Si traccia un segno sui partiti secondo l’umore del momento e seguendo la politica del rispecchiamento. In quel leader, che mi assomiglia, mi identifico. A lui, o a lei, do il mio voto. Questo pare il sentore del momento. Un po’ poco per riappassionarsi alla politica, quella mediazione sul bene comune, tipica dei cattolici (cfr Verlicchi a pag. 9 edizione cartacea), che ha a cuore sia la vita di tutti i giorni sia le questioni complesse dell’amministrare la cosa pubblica. Nei comuni, al governo, in Europa.

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