Benedetto XVI e la vecchiaia

Sabato 31 dicembre 2022 si è spento il papa emerito Benedetto XVI. Per due giorni la salma è stata esposta a San Pietro raggiungendo il numero di 135 mila pellegrini in visita per omaggiarlo. Joseph Aloisius Ratzinger nasce il 16 aprile del 1927 in Baviera.

Il giovane Ratzinger conosce da vicino gli orrori del nazismo.

Nel 1977 viene nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga e creato cardinale da papa Paolo VI. Durante il pontificato di Giovanni Paolo II diventa uno dei suoi più stretti collaboratori. Dal 2002 diventa Decano del collegio cardinalizio, nel 2005 succede a papa Giovanni Paolo II.

Dopo otto anni di pontificato, l’11 febbraio 2013, Benedetto XVI annuncia la sua rinuncia al ministero petrino. La notizia viene comunicata dal papa in latino durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto e di altri tre beati.

«Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino».

La scelta di Benedetto XVI è di esempio per tutti noi. Gli anziani che negano la loro condizione non elaborano la perdita, hanno un rischio maggiore di soccombere, di cadere in uno stato depressivo a volte grave.

Invecchiare con equilibrio equivale a elaborare il dolore della perdita, arrivare a una matura accettazione del proprio naturale declino e parallelamente continuare a pensare al futuro, a perseguire una passione, un obiettivo purché consono ai limiti strutturali dell’età.