Il padre una figura ormai in crisi

Nietzsche sosteneva che chi non ha un padre dovrebbe procurarselo. La nostra vita infatti non può prescindere da un padre o da chi ne fa le veci. La completa assenza di un padre equivale a un dramma catastrofico.

Il padre nella dinamica familiare assume una posizione laterale, triangolare, rispetto alla diade madre-figlio, posizione fondamentale che permette di assolvere alle sue funzioni sia separative che riparative.

In altre parole la funzione paterna consente al bambino di separarsi dalla condizione di dipendenza assoluta tipica della relazione primaria madre bambino e di entrare in relazione col mondo esterno.

Il fallo maschile è divenuto il simbolo di tale funzione generatrice e ordinatrice che si ritrova negli scettri dei re e imperatori, che hanno potere di sciogliere e di legare. Diviene simbolo del potere legislativo del padre. Tuttavia, nella società odierna non si ha più a che fare con famiglie patriarcali, questa organizzazione semantica incentrata sulla figura del padre è entrata sempre più in crisi.

Lo psicoanalista Franco Fornari fa un distinguo tra “codice materno”, che interpreta sulla base dell’affetto e della comprensione, e “codice paterno”, che interpreta invece sulla base del rigore e della frustrazione. Fornari sostiene che la nostra società soffra di un eccesso di codice materno a discapito di quello paterno.

Ciò comporta una stagnazione evolutiva, una difficoltà a crescere per impreparazione ad affrontare le durezze della vita adulta. Per approfondire si può a partecipare alla rassegna di “Cinema & Psiche” all’Eliseo di Cesena dove, con proiezioni di film, si analizzerà la figura paterna con docenti universitari dell’Unibo, la direttrice della neuropsichiatria infantile Ausl Romagna e psicoanalisti della Società psicoanalitica italiana.