La felicità è davvero tale se condivisa

«C’è un'ape che se posa su un bottone de rosa: lo succhia e se ne va. Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa» (Trilussa, Tutte le poesie, 1951). Ha davvero ragione il poeta romano? Sono solo le piccole cose a dare la felicità? Di certo, in questo periodo di riaperture, calo di contagi e incremento progressivo delle persone vaccinate, si ricomincia a goderne e vivere con più serenità. Ma che cos’è la felicità? Come si raggiunge?

Freud in una sua lettera del 1898 sosteneva che la: «felicità è la soddisfazione postuma di un desiderio preistorico. Questa è la ragione per cui le ricchezze apportano così poca felicità: il denaro non è un desiderio dell'infanzia». Circa 30 anni dopo, sempre Freud, nel libro Il Disagio della Civiltà, sottolineava la difficoltà di mantenersi in uno stato continuativo di felicità, attribuendo a essa una caratteristica di episodicità.

Nel 2015 Robert Waldinger, psicoanalista e professore presso l’Harvard Medical School, espone in una Ted Talk ormai divenuta virale, i risultati di un’importante ricerca longitudinale iniziata nel 1938 presso l’università di Harvard, che ha impegnato generazioni di ricercatori per indagare, fino ai giorni nostri, cosa ci tiene in salute e ci fa vivere felici. Dallo studio è emerso che la qualità delle relazioni intime e dei legami duraturi che una persona stabilisce influisce in modo determinante sulla possibilità di avere una vita sana, felice e longeva.

Avere buone relazioni ci mantiene più felici e più in salute. Con il solstizio estivo appena trascorso, la conquistata zona bianca e il profumo della lavanda che presto inebrierà la nostra città, come l’ape di Trilussa godiamo pure delle piccole cose, ma non da soli.