La relazione madre-figlia

Nascere donna da una donna intensifica la vicinanza, il contatto e l’intimità corporea e simbolica con l’origine della vita, laddove nascere uomo da una donna implica maggiormente un processo di separazione, di taglio simbolico, di individuazione e distanza.

La madre è il primo oggetto d’amore per una figlia; è il suo punto di riferimento essenziale e il tramite per entrare in relazione con il mondo esterno.

La relazione madre-figlia costituisce la base primaria dello sviluppo dell’identità nelle giovani donne; la madre, grazie all’importanza e alla specificità della sua funzione materna, è in grado di influire positivamente o negativamente sulla vita della figlia.

È importante sottolineare che, per acquisire in modo stabile la propria identità, sia i maschi che le femmine non solo devono differenziarsi dalla madre ed entrare in un vero rapporto oggettuale con lei, ma devono anche confrontarsi con il padre come “terzo oggetto”; ovvero, riconoscerlo come un individuo distinto e separato dalla madre.

Nel caso delle donne, la cosiddetta identificazione primaria, che implica un persistente stato indifferenziato e fusionale con la madre, può costituire il più grande ostacolo per acquisire un’identità di genere femminile.

Sentirsi felicemente separata, nel corpo e nella mente, dalla propria madre consente a una donna di esistere come persona in cui si manifesta l’accettazione della propria singolare individuazione e, allo stesso tempo, il proprio bisogno di dipendenza.

Per un approfondimento del tema, si può a partecipare all’imminente rassegna “Cinema & Psiche”, che avrà inizio la sera di lunedì 2 ottobre presso il cinema Eliseo di Cesena ( nell’edizione cesenate cfr. pezzo a pagina 11 ).