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Chiese aperte grazie a un'app

Le applicazioni per lo smartphone sono lo strumento che più di tutti ha trasformato la nostra vita negli ultimi anni, tanto che, grazie ad esse, il numero di utenti che si connettono da dispositivi mobili - quali appunto i telefonini di ultima generazione e i tablet - hanno superato coloro che si collegano alla rete dai “vecchi” computer. Fra queste, da qualche mese ce n'è anche una che apre le porte delle chiese.

Chiese aperte grazie a un'app

Le applicazioni per lo smartphone sono lo strumento che più di tutti ha trasformato la nostra vita negli ultimi anni, tanto che, grazie ad esse, il numero di utenti che si connettono da dispositivi mobili - quali appunto i telefonini di ultima generazione e i tablet - hanno superato coloro che si collegano alla rete dai “vecchi” computer.

Difficile quantificare il numero totale delle app presenti nei negozi digitali, tanto è veloce il loro incremento, specie nei paesi tecnologicamente emergenti quali l'India, la Cina e la Corea del Sud. Quel che si sa è che si è ormai raggiunta la cifra di 100 miliardi di download all'anno, con un tempo medio di utilizzo di 900 miliardi di ore. Considerando il numero degli utenti, significa due ore al giorno per ciascuno. Ce n'è di tutti i tipi e per tutti i gusti: viaggi, foto e video, social, giochi e finanza. E poi cucina, informazione, musica e - lo abbiamo visto in diverse occasioni - anche religione e spiritualità.

Fra queste, da qualche mese ce n'è anche una che apre le porte delle chiese. Non stiamo parlando delle nostre parrocchie, ma di piccole cappelle dimenticate, scrigni di autentici tesori d'arte altrimenti inaccessibili. È il progetto “Chiese a porte aperte” della Conferenza episcopale piemontese che, in collaborazione con la Fondazione Crt, ha realizzato un'app per valorizzare storia e bellezza del patrimonio dei beni culturali ecclesiastici locali.

Basta scaricare l'applicazione, registrarsi e prenotare la visita. Una volta arrivati, con lo smartphone si inquadra il codice QR e la serratura scatta, permettendo di entrare ad ammirare affreschi e architetture secolari. Le prime due chiese visitabili con l'app sono San Sebastiano a Giaveno, in provincia di Torino, e quella di San Bernardo a Piozzo (Cuneo). Si tratta di due tesori del XV e XVI secolo, fuori dalle principali rotte turistiche e solitamente chiuse. Altre seguiranno in futuro.

Una volta all'interno, basta premere un pulsante per ascoltare le informazioni storiche e artistiche, mentre le luci si accendono automaticamente sugli affreschi alle pareti. È una scelta coraggiosa quella dei vescovi piemontesi. D'altra parte, sottolinea monsignor Dario Olivero, vescovo di Pinerolo, “il miglior modo di essere fedeli alla tradizione è innovarla”. Si tratta di una scommessa sulla tecnologia e sull'arte, che fa leva sulla responsabilità e la fiducia, nonostante le telecamere istallate nelle chiese: “All'uscita raccomanda l'app ai visitatori - verificate che la porta sia ben chiusa".

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