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Il libro vince sulla pandemia. Ma il segreto è il contagio

Giungono ancora buone notizie dal mercato editoriale. Resta però l’amaro in bocca per le percentuali ancora basse di giovani lettori

Giungono ancora buone notizie dal mercato editoriale. Se il 2020 era stato giudicato soddisfacente dagli analisti, complice anche il lockdown che ci aveva costretti in casa, i dati definitivi del 2021 confermano la crescita generale del settore, tanto da collocare l’editoria italiana al sesto posto nel mondo, dopo Stati Uniti, Cina, Germania, Regno Unito e Francia.

Si parla di 1,7 miliardi di euro di fatturato, per un totale di 115 milioni di copie, cartacee o digitali, che sono passate dagli scaffali alle mani dei lettori. A beneficiarne, infatti, non sono state sono le librerie online, ma anche quelle fisiche, che recuperano parte del terreno perduto. Rallenta un po’ la corsa dei libri elettronici, mentre accelerano gli audiolibri, che fanno registrare un + 37%.

Viene in mente il colpo di genio che è valso a due librai di Trieste, Gaspare Morgante e Laura Terdossi, l’onorificenza del Quirinale. Nel dicembre 2020, in piena pandemia, mentre si diffondeva l’iniziativa “Libri da asporto”, con i volumi consegnati a domicilio, loro si sono inventati “Libri al telefono”. I due, che sono marito e moglie, pubblicano un messaggio sul loro sito, offrendosi di leggere al telefono, con sessioni di 45 minuti ogni due giorni, un titolo a scelta del cliente.

In breve tempo fioccano le richieste, e arrivano a 25 i volontari lettori. Dall’altra parte del filo (avremmo detto una volta) ci sono spesso persone anziane e ipovedenti, ma non soltanto. In diverse occasioni, poi, succede che la lettura lasci il posto alla conversazione, tanto da aver creato una rete di relazioni che ha travalicato il capoluogo giuliano. L’iniziativa è tuttora in corso; il 13 novembre 2021 il presidente Mattarella ha nominato i due librai Ufficiali dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana.

Davanti a queste notizie, si allarga il sorriso. Resta però l’amaro in bocca per le percentuali ancora basse di giovani lettori. Nei loro confronti, anche la scuola sembra ottenere poco. L’unica strada, suggerisce Marco Lodoli, è quella del contagio. È inutile – scrive lo scrittore, che è anche insegnante – che il professore (o l’adulto in genere) “magnifichi a chiacchiere il valore sublime della lettura o che si indigni con gli zoticoni impuntati davanti all’ostacolo del libro, ciò che forse può smuovere la curiosità è solo la fiducia che riesce a conquistarsi, dimostrando con la sua vita stessa, con il suo modo di essere, che la cultura è energia propellente, una ricarica continua, una spinta generosa”.

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