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Internet e minori: ogni giorno un caso per Telefono Azzurro

Secondo una ricerca del Moige, dall’arrivo del coronavirus, il tempo trascorso da bambini e adolescenti davanti ai display è aumentato del 67%. E il calcolo non tiene conto delle ore impiegate nella didattica a distanza (Dad)

L’Europa intera ha celebrato nei giorni scorsi il “Safer Internet Day”, la giornata che dal 2004 è dedicata ogni anno a sensibilizzare sui rischi collegati all’universo digitale. In vista dell’appuntamento, sono state promosse iniziative di vario genere, volte per lo più a mettere in luce i pericoli a cui sono esposti i più piccoli.

Come si può immaginare, la pandemia ha amplificato il tempo trascorso davanti ai dispositivi tecnologici.

Secondo una ricerca del Moige, dall’arrivo del coronavirus, il tempo trascorso da bambini e adolescenti davanti ai display è aumentato del 67%. E il calcolo non tiene conto delle ore impiegate nella didattica a distanza (Dad).

L’87% dei genitori – attesta ancora l’associazione familiare – ha riscontrato effetti negativi sui figli, soprattutto a causa della perdita di contatto fisico con i coetanei. Una mancanza che – riconosce il 77% degli intervistati – è stata attenuata proprio grazie ai dispositivi tecnologici, che hanno aiutato i ragazzi ad affrontare la chiusura forzata.

Un’altra ricerca spesso citata in questi giorni è quella commissionata da Kaspersky, nota azienda dedita alla sicurezza online, che si è concentrata sui piccoli italiani compresi tra i 5 e i 10 anni. I risultati si possono riassumere così: sette bambini su 10 (a voler essere precisi, il 74%) dichiarano di preferire lo smartphone a giocattoli o altri passatempi “tradizionali”.

L’età considerata è quella della scuola primaria, dove il 55% degli alunni già possiede un dispositivo personale e il 20% lo utilizza per più di due ore al giorno, con la possibilità di connettersi alla rete ogni volta che ne ha voglia. Inoltre, il 36% degli intervistati (più di un bambino su tre) ha ricevuto messaggi da sconosciuti, con tanto di sfide potenzialmente pericolose. E il 40% si dice pronto a fornire informazioni private ad amici conosciuti online senza nessun problema.

La conferma, se ce ne fosse bisogno, viene da Ipsos, l’istituto di ricerca guidato da Nando Pagnoncelli, secondo il quale circa 10 milioni di italiani hanno subito dei soprusi in Rete, personalmente o ai danni di un membro della propria famiglia.

A chiudere il cerchio è Telefono Azzurro che, nel 2021, ha registrato un aumento di richieste di aiuto relative all’area Internet.

I casi totali sono stati 320, con una media di 26 casi al mese, circa uno al giorno. Ben più del doppio rispetto all’anno precedente, quando il conto si era fermato a 132.

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