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Maria e Francesco, influencer di Dio

Il primo è stato papa Francesco. Fu lui, infatti, a parlare di «influencer di Dio» portando nel linguaggio religioso questa categoria così diffusa nel mondo della moda e nell’immaginario dei più giovani

Maria e Francesco, influencer di Dio

Il primo è stato papa Francesco. Fu lui, infatti, a parlare di «influencer di Dio» portando nel linguaggio religioso questa categoria così diffusa nel mondo della moda e nell’immaginario dei più giovani.

Certo il contesto e l’uditorio erano particolari: i ragazzi dei diversi continenti convenuti a Panama per la Giornata mondiale della Gioventù nel gennaio 2019.

Ma la formula era felice: per il pontefice Maria è stata la «influencer di Dio» perché, «pur non partecipando alle reti sociali dell’epoca», divenne «la donna che ha avuto maggiore influenza nella storia».

E lo ha fatto coinvolgendosi interamente nel messaggio di cui era portatrice, tanto da scommettere tutto su quel Verbo che ha custodito e ha chiesto di seguire. «Fate quello che vi dirà», disse agli apostoli invitandoli a diventare followers, non di lei stessa ma del Figlio.

Dopo Maria di Nazareth è la volta di Francesco d’Assisi. “San Francesco. Le metamorfosi di un influencer” titolava qualche settimana fa l’inserto culturale del Corriere della Sera, dando notizia di un’importante mostra alla National Gallery di Londra, tutta dedicata – ed è la prima volta nel Regno Unito – all’autore del Cantico delle Creature.

«Uomo di pace, paladino dei poveri, ambientalista e animalista convinto, socialista ante litteram, una vita da film: san Francesco d’Assisi è molto simile a un

influencer dei nostri tempi», scrive Stefano Bucci, spiegando che, secondo i curatori della mostra, Francesco «è con tutta probabilità il santo più rappresentato nella storia dell’arte» (se si escludono quelli del Nuovo Testamento).

Una stima parla di oltre 20mila “immagini”, escludendo quelle presenti nei manoscritti del secolo immediatamente successivo alla sua morte. Incalcolabile, poi, l’influenza del “poverello” sulla storia, la cultura, la teologia, l’economia, la geografia non solo italiana.

Sembrerebbe aver ragione chi – come Fabio Tarzia – sostiene che la Chiesa si era adattata ai social prima dei social.

O forse è meglio fare riferimento alla Chiesa “esperta di umanità” di cui parlava papa Paolo VI, dove l’umanità comprende anche le dinamiche della comunicazione e prima ancora quelle del desiderio, dell’incontro, della fraternità, della bellezza.

Oltretutto, a proposito di Francesco d’Assisi, siamo alla vigilia di una notevole serie di anniversari: si avvicina infatti l’ottavo centenario delle Regola e del Natale di Greggio (2023), delle Stimmate sul monte della Verna (2024), del Cantico delle Creature (2025), della morte del Santo presso la Porziuncola (2026).

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