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Prima legge sull’intelligenza artificiale. Ma oltre al diritto occorre educare

Approvato a larghissima maggioranza l’Artificial Intelligence Act da parte del Parlamento Europeo. Ma il percorso non è ancora concluso

Prima legge sull’intelligenza artificiale. Ma oltre al diritto occorre educare

«Stiamo facendo la storia». «La prima legge al mondo in questo campo». È il tenore dei commenti che hanno accompagnato, il 14 giugno scorso, l’approvazione a larghissima maggioranza dell’Artificial Intelligence Act da parte del Parlamento Europeo. Il percorso in realtà non è ancora concluso – partono ora i negoziati con i singoli Paesi dell’Unione europea – ma si prevede che entro la fine del 2023 il testo uscito dall’aula di Strasburgo sia legge in tutta la Ue. Con regole diverse a seconda dei diversi livelli di rischio.

Del tutto esclusi sono i sistemi che costituiscono una potenziale minaccia per gli individui o si fondano sulla classificazione delle persone in base al loro comportamento o alle loro caratteristiche (quali etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico).

Vi sono poi sistemi considerati ad alto rischio, per la loro possibile influenza sulla sicurezza e sui diritti, tra cui le applicazioni in ambito giuridico e medico. Questi dovranno essere valutati attentamente prima di essere messi sul mercato e monitorati durante tutto il loro ciclo di vita.

Applicazioni cosiddette generative, come ChatGpt, che consente di produrre dei testi, dovranno rispettare requisiti di trasparenza, così che sia chiaro a tutti che il contenuto è stato generato da un’intelligenza artificiale. Lo stesso vale per i sistemi che manipolano le foto, gli audio o i video.

Il provvedimento approvato giunge al termine di un lungo percorso, all’origine del quale si deve considerare anche l’Appello di Roma per un’etica dell’intelligenza artificiale, firmato in Vaticano il 28 febbraio 2020 al termine di un Convegno della Pontificia Accademia per la Vita. In quella sede si indicarono sei principi etici: trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e privacy. Intervenne anche papa Francesco con un messaggio in cui tracciava tre vie su cui camminare: l’etica, il diritto e l’educazione. Un approccio globale e in buona parte ancora da esplorare.

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