Ausl Romagna
A scuola di 118
Al via un progetto per insegnare agli studenti delle primarie come si chiamano i soccorsi sanitari

Imparare che cosa è il 118 e come si chiamano i soccorsi sanitari qualora i ragazzi si trovassero in situazione nelle quali qualcuno sta male e sia necessario aiutarlo.
È quanto si propone il progetto di educazione alla salute “Chiama 1-1-8” rivolto agli alunni delle classi quarte e quinte delle scuole primarie e degli Istituti comprensivi della Valle del Savio e che prenderà il via lunedì 20 febbraio. Lo rende noto l'Ausl Romagna precisando che si tratta di un progetto sperimentale, promosso dall’Unità operativa Pediatria e Consultorio familiare di Cesena e dalla Centrale operativa 118 Ravenna dell’Ausl Romagna, che riconosce il valore delle alleanze territoriali con i sindaci e gli assessori all’istruzione, al sociale e servizi educativi e i dirigenti scolastici dei territori coinvolti per attivare una progettazione congiunta e sensibilizzare alla cultura del primo soccorso sia negli alunni che nella Comunità.
Da febbraio a maggio, saranno interessate 19 classi del quarto e quinto anno delle scuole primarie “Ambrogetti” di Verghereto, “Mart. Tav. 22 luglio ‘44” di Alfero, Verghereto-Balze, “Pascoli San Piero in Bagno”, “Sarsina Foschi”, “Sarsina Papa Giovanni XXIII” (1 classe sede Ranchio 1 classe sede Sarsina), “Sant’ Antonio Muratori” di Piavola, “Ricchi” di Mercato Saraceno, "Antonio Muratori" - sede Piavola di Mercato Saraceno, per un totale di 211 alunni.
“La proposta educativa non è solo una proposta teorica e pratica, pure indispensabile, dell’aiutare concretamente una persona in difficoltà - sottolinea in una nota la dottoressa Federica Bartolini, referente Promozione della Salute nelle scuole dell’unità operativa Pediatria e Consultorio familiare-Cesena - ma un contributo concreto a porre la cultura della sicurezza, propria e altrui, al centro della formazione civica e della cittadinanza attiva di una comunità. Tutti i progetti che proponiamo hanno l’obiettivo di garantire l’equità della diffusione e la continuità, cercando di modellarli sulla base delle esigenze espresse dalle comunità di interesse”.
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