Le celebrazioni pasquali a Sarsina

Gioia, comunità, apertura. La vita che davvero vince sulla morte. Celebrazioni pasquali a Sarsina: avvicinando qualche partecipante, è emerso con una forza, quasi straripante, il bisogno di segni vivi, concreti, di luce, fuoco. In una parola, di Speranza. La Messa in Coena Domini con la benedizione dell’olio degli Infermi perché tutti “siamo malati nel corpo e nello spirito; l’adorazione alla chiesa del Suffragio; la Passione del venerdì Santo con l’esibizione del coro diretto dal maestro Rinaldi. Poi la grande Veglia pasquale del sabato sera con riti ripresi anche dalla chiesa orientale con l’alloro simbolo di vittoria, e la distribuzione dei cioccolatini benedetti: “un dono - scrive Velia, 9 anni, – anche per chi non ha potuto partecipare alla Comunione”.  

Una veglia serale lunga e impegnativa? Si, ma vissuta a pieno, senza il peso della noia. “Bello il clima di vita concreta che si è respirato – racconta Alessandra -. Non eravamo lì per un rito, ma era la nostra vita e quella di tutta la comunità. Anche di chi non era presente”.

“È iniziato tutto con il rituale del fuoco acceso per la prima volta in piazza San Francesco – dice Maruska-. Ma a partire da quell’enorme fuoco, molto suggestivo, c’è stato un susseguirsi di simboli, gesti e momenti coinvolgenti. È stata una celebrazione lunga, ma non ne ho sentito il peso perché c’era la sensazione di qualcosa di grande che si poteva toccare con mano”.

“La veglia è finita all’una e trenta e io non ero neanche stanca – conclude Velia che si prepara alla Prima Comunione - ma felice di aver partecipato alla Resurrezione di Gesù”.