memoria storica
Sarsina, il Giorno del ricordo. Il sindaco Cangini: "Importante conservare e rinnovare la memoria della tragedia"
I racconti degli esuli dalla città di Zara
In occasione del Giorno del ricordo, il Comune di Sarsina lo ha commemorato con la testimonianza di Chiara Sirk e Giovanni Stipcevic, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia comitato di Bologna che si sono confrontati, in mattinata, dapprima con gli studenti delle scuole medie di Sarsina e Ranchio e poi con gli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale Marconi.
I relatori si sono soffermati sulla storia delle terre irredente e hanno raccontato anche la loro esperienza di esuli. Storie che hanno colpito gli studenti che hanno compreso le terribili sofferenze di migliaia di italiani massacrati nelle foibe e nei campi di concentramento per mano del totalitarismo di Tito. I relatori, in particolare Giovanni, è tornato con la mente al 1956 quando con la famiglia fuggì dalla città di Zara, abbandonando la casa, gli averi, i ricordi e le speranze per poi giungere in italia ed essere costretto a risiedere in un centro di raccolta profughi.
“Sono trascorsi 20 anni – dice il sindaco Enrico Cangini in una nota inviata alla stampa – dalla promulgazione della legge che ha riconosciuto il Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. In questi 20 anni molto è stato fatto per far conoscere a tutti i cittadini una verità storica per troppo tempo sottaciuta. Ringrazio particolarmente l’IC Valle Savio e gli insegnanti per la consueta collaborazione che ci consente di riflettere su questi avvenimenti con gli studenti per dare loro una coscienza critica, che sappia trasmettere i valori fondanti della nostra comunità. È fondamentale essere consapevoli della propria storia e di quanto l’importanza del dialogo abbia rappresentato la vera svolta per la conservazione delle identità, delle tradizioni e delle culture. La scelta di designare insieme Gorizia e Nova Gorica come un’unica capitale europea della cultura 2025 penso sia una scelta simbolica, di grande importanza e che dimostra il lungo cammino fatto.”
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